Risposte certe e ipotesi future. Dalla Nazionale al Parma. Cesare Prandelli ha inaugurato il Master Internazionale di strategia e pianificazione delle organizzazioni, degli eventi e degli impianti sportivi, che si è svolto oggi all'università Â di Parma.
E’ stata l’occasione per parlare di giovani talenti, da Cassano a Balotelli, con un piccolo accenno anche a Giovinco. All’incontro hanno preso parte anche gli assessori Roberto Ghiretti e Fabio Fecci, il direttore del Master dello sport Marco Brunelli e Luca Di Nella, del dipartimento di Economia dell’università.
«Cassano? Il codice etico non c’entra più, adesso sta giocando e lo stiamo osservando. Se avrà continuità di rendimento, ci sarà» ha detto il Ct della Nazionale a margine dell’incontro parmigiano. Parole di stima e amicizia. «E’ importante la cultura del tecnico e la struttura in cui lavora. Perché soltanto questo può permettere di gestire dei giocatori particolari».
Poi Prandelli, tornato a respirare l’aria di Parma dopo le gioie e i dolori dell’era Tanzi, esalta un giocatore cresciuto e maturato a Collecchio, Giuseppe Rossi. Un esempio da seguire per tutti i piccoli club che hanno l’ambizione di sedere al tavolo dove sono seduti i grandi club.
«Siamo a Parma e penso a uno come Giuseppe Rossi, che è un valore aggiunto. Penso anche a Balotelli – continua Prandelli – l’ho sentito di recente e gli ho detto subito che vorrei sentir parlare di lui per quello che fa sul campo e non per quello che accade fuori. Lui è un ragazzo che ha bisogno di buoni consigli». Tra i volti nuovi che faranno parte della sua Nazionale ci sarà anche l’italo-spagnolo dell’Inter Thiago Motta.
E’ il turno di Giovinco e degli altri giovani su cui puntare: «Giovinco lo seguo perché è un giocatore di qualità. I giocatori di qualità in Italia ci sono. Ma è il modo in cui interpretiamo il calcio noi che non fa uscire la qualità. Il Sudamerica invece pensa diversamente, e infatti escono moltissime mezze punte. Da noi sono anni che le abbiamo sottovalutate».
Capitolo Mutu: «Ci siamo sentiti il giorno del suo compleanno, per il resto sappiamo che lui certe cose se le va a cercare. Dove può andare? Io dico Cesena». Infine un bilancio della sua avventura sulla panchina Azzurra; un’avventura piena di prospettive e di speranze, anche se il lavoro quotidiano, quello che si fa nei club, gli manca eccome. «La mia missione è portare in giro per il mondo una squadra che piace agli italiani. Forse dopo il Mondiale del 2006 abbiamo sbagliato qualcosa nel rapporto con la gente. Ci dobbiamo avvicinare alle persone e ai tifosi».