Chissà  se Mark Cavendish si era portato con sà © un bottiglione di champagne per festeggiare la vittoria di oggi quando stamattina era partito da Epernay, una delle città  di produzione delle famose bollicine francesi.
Il successo conquistato oggi dall’inglesino sul traguardo della 5a tappa a Montargis probabilmente andrà ben oltre il semplice valore statistico del suo palmares o degli almanacchi del Tour de France.
Le tenere lacrime da bambino felice che hanno bagnato il palco del podio e che gli hanno segnato viso e occhi dicono che la pressione subita nelle settimane scorse sta svanendo, che il momento difficile sta passando e che forse il ragazzo dell’Isola di Man non è così arrogante o indisponente come poteva sembrare.
Per il velocista dell’HTC-Columbia (squadra che crede tantissimo in lui, tanto da non riconfermare per il 2011 il forte sprinter tedesco Greipel) è la quarta vittoria stagionale, anche se l’annata pareva indirizzata allo sbaraglio. Le nervose premesse erano sfociate sulle strade elvetiche, prima al Romandia poi allo Svizzera (allontanato da entrambe le corse rispettivamente per un gestaccio fatto sul traguardo di Friburgo dopo aver vinto la tappa e per aver provocato una rovinosa caduta con una manovra troppo azzardata nella 4a frazione del Giro rossocrociato, per la quale, l’indomani, il gruppo inscenò una protesta ritardando la partenza) ed infine confermate al Tour, quando a Bruxelles, a 2 km dall’arrivo tirò dritto in una curva abbattendo altri corridori.
Oggi, però, il 25 enne Cavendish è tornato ad essere Cannonball (6 tappe vinte al Tour 2009), un avversario dal quale guardarsi bene e che allo sprint ha battuto altre nuove leve veloci come Ciolek (classe ’86) e Boasson Hagen (’87) o esperte come Hushovd, 5° all’arrivo e Petacchi, solo 8°. Un peccato, tra l’altro, per lo spezzino della Lampre-Farnese che non è riuscito a fare il “back to back” malgrado il lavoro della sua squadra, quest’oggi aiutata tantissimo anche da Adriano Malori, che tirando per tanti chilometri, ha dimostrato di migliorare dopo la caduta tremenda di Arenberg.
La trama della 5a tappa, in ogni caso, era stata tessuta come quella di ieri e con una ricetta ben precisa: in questo caso fuga a 3 (Ivan Gutierrez, Van de Walle ed El Fares) che viene fatta letteralmente cuocere a fuoco lento dal gruppo (40° gradi sul termometro e vantaggio massimo 6’50) che, a sua volta, ai -4 dall’arrivo raffredda le residue speranze dei fuggitivi ricompattando tutto. Alla fine Cancellara mantiene la maglia gialla e Cavendish vince, urla, si commuove e festeggia con lo champagne che si era portato dal mattino.
Sms di Malori:
“Va meglio?? Eh sì, oggi ho avuto dei bei segnali di ripresa!!!! Sono davvero contento, non pensavo nemmeno io di star così bene e sono riuscito anche a dare un po’ di aiuto alla squadra!! Peccato che Petacchi non abbia fatto tris, oggi possiamo dire che ce la siamo cavata con poco, più che altro ci ha massacrato il gran caldo che è arrivato anche qui……oggi ho visto l’asfalto sciogliersi!!!!
Più che altro domani son 227 km, la tappa più lunga del Tour. E con i soliti dieci km di trasferimento!!! Quasi come andare a Riccione … Anche se l’unico mare che vedrò sarà di asfalto e… asfalto!! A domani”
Presentazione 6° tappa : Montargis – Gueugnon 227,5 km – 9 luglio 2010
La 6° tappa, la Montargis-Gueugnon di 227,5 km, la più lunga di questo Tour, sarà ancora una tappa interlocutoria, nonostante il profilo altimetrico sia un po’ più movimentato delle ultime due.
Si arriverà attorno alle colline della regione della Saone et Loire e dovrebbe essere un arrivo adatto ugualmente ai velocisti (ricordiamo che poi avranno poche occasioni per rifarsi da qui alla fine), ma l’ultimo dei 4 gpm, tutti di quarta categoria, breve ma secco e posto a 20 km dal traguardo potrebbe tagliare fuori gli sprinter puri o favorire magari l’azione di un finisseur importante. Per gli uomini di classifica comunque sarà l’ultima tappa per stare ancora tranquilli in gruppo, dopo di che, sabato inizieranno le prime vere salite e nessuno potrà più nascondersi.