"L'assistenza ricade al 99% sulla famiglia".
Questo l’intervento integrale di Francesco Canali: «Il discorso sportivo e la solidarietà; io sono sempre stato persona di sport da quando sono nato, lo sport mi ha dato determinati valori e mi ha formato non solo il carattere ma anche fisicamente. Devo dire però che senza l’aiuto non solo dello sport ma di tante persone a partire dalla famiglia, dagli amici, da tutti voi, questa avventura non potrebbe aver luogo. Mi è sempre piaciuto partecipare alla maratona di New York sulle mie gambe; questo purtroppo non è più possibile e allora si vede che era destino che questo sogno si realizzasse. Una sera ero a casa del mio amico Manghi e ho fatto questa proposta indecente di spingermi a New York pur sapendo bene che una maratona è dura a farla per conto proprio, figuriamoci spingendo una carrozzina. Io sapevo che prospettare questa cosa a Gianluca si sarebbe accesso un cerino; ha accettato e mi ha fatto piacere e mi ha fatto piacere che altri amici si siano offerti, come hanno scritto sul nostro sito (www.vincilasla.it), prima di tutto con il cuore poi con le gambe. Andare a NY non è solo un sogno, ma sensibilizzare e dare un segno a tutti i malati, al di là della mia patologia, che si chiudono in casa e per un motivo o per l’altro non vogliono più uscire. Quando familiari di altri malati, ma non solo di sla, hanno saputo della mia voglia di portare avanti questo progetto si sono tirati su di morale e mi hanno ringraziato. Questa è una grande vittoria. L’intento è anche quello di far conoscere questa malattia che è stata studiata solo negli ultimi anni. Io e Melazzini siamo meno sfortunati di altri tipi di malati perché possiamo parlare e andare in giro e portare una testimonianza. Con il vostro aiuto si può fare tanto. Al momento l’assistenza è per il 99% data dalla famiglia, l’1% dal Comune. Si riesce ad andare a New York ma non si riesce ad andare, o ad andare in modo non adeguato, al lavoro: questo perché si fa sempre troppo poco per gli ammalati, perché si pensa che non abbiano bisogno o comunque finché non ci si cade dentro alla malattia non si riescono a vedere determinate esigenze. Nel mio caso è più semplice prendere l’aereo e andare a New York che fare tre chilometri per andare a lavorare. Io credo che si debba lavorare molto anche sulle cose più semplici, al di là di questo progetto, che sono molto importanti. La trasferta a New York serve anche per sensibilizzare, per far sì che si possano realizzare sogni. Si potranno raccogliere fondi da destinare anche all’Aisla per l’acquisto di quegli strumenti necessari per poter svolgere una vita di normalità e per la ricerca».
Qualche iniziativa c’è già stata, altre ve ne saranno. Per aiutare lui, la sua famiglia, quelli come lui, la ricerca. I problemi sono tanti, il lavoro, le difficoltà economiche, una separazione, magari tutti insieme, ma quando vi alzate, ci alziamo, al mattino, sorridiamo, come ha fatto Francesco oggi.
Chi vuole donare può farlo così:
Cariparma Agenzia 8
c/c 57369480 intestato a Aisla Onlus-Maratona di New York 2010-02-02
Iban IT43N 0623012708000057369480