“Quanto resta della notte?”: Manco cita una canzone di Guccini e chiede che la riforma dello sport sia completata. In linea con l’europeismo di Draghi
LETTERA APERTA DI VINCENZO MANCO, PRESIDENTE NAZIONALE UISP
Abbiamo già avuto posizioni molto chiare sui decreti legislativi licenziati dal Consiglio dei Ministri, affermando che i temi affrontati rappresentano scelte importanti per le tutele a favore dei lavoratori sportivi, interventi sul professionismo femminile, l’abolizione del vincolo, l’ingresso degli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello Stato e altri altrettanto rilevanti.
Tuttavia con l’approvazione dei provvedimenti legislativi sullo sport, che avranno bisogno di interventi correttivi per evitare che i costi ricadano sui lavoratori e sull’associazionismo sportivo, si attua una parte della legge delega 86/2019. Per garantire dignità al lavoro, la Uisp fin dall’inizio ha chiesto un intervento dello Stato che si faccia carico delle relative tutele. Ma resta del tutto inevaso l’articolo 1 della stessa per ciò che riguarda la definizione degli ambiti di attività degli organismi sportivi e del Coni, ovvero una nuova idea di governance per lo sport italiano.
Non possiamo fare a meno di pensare che la perdurante assenza di un riferimento istituzionale nel nuovo governo sia il frutto di una scelta che è conseguente al clima che da lungo tempo si è registrato intorno alla riforma del sistema sportivo. E siamo assolutamente consapevoli del passaggio delicato che bisogna attraversare in relazione all’eventuale nomina.
Non ha certamente giovato la costante resistenza del Coni al nuovo quadro normativo, non si può giocare pervicacemente in difesa ripiegando l’opportunità di un rinnovamento a costanti tentativi di restaurazione senza mai porsi il problema di una eventuale autoriforma da noi spesso auspicata.
Tutto ciò ha personalizzato lo scontro e raramente si è riusciti a parlare di sport, di politiche pubbliche e di indirizzo che fossero prodromiche di un quadro normativo conseguente ad una necessaria modernizzazione di una cultura sportiva di stampo europeo.
Il nuovo governo del Paese, sotto la sapiente e autorevole guida del Presidente Mario Draghi, presentandosi al Parlamento per ottenere la fiducia, ha indicato molto bene la centralità del proprio mandato. Oltre al necessario impegno per sconfiggere la pandemia, rendere strutturale il Piano nazionale di ripresa e resilienza per entrare a pieno titolo nell’Europa sociale e della solidarietà.
Non sfuggirà allora che il Piano di lavoro dell’Unione Europea per lo sport 2021-2024 fa riferimento alla promozione dell’attività fisica lungo tutto l’arco della vita e prevede la cooperazione intersettoriale con le istituzioni competenti, a partire dalla scuola. Esorta a rafforzare la ripresa e la resilienza alle crisi del settore dello sport durante e dopo la pandemia ed indica la necessità di modifiche strutturali nel sistema sportivo.
Ecco perché siamo distanti dall’eco delle schermaglie sull’autonomia del Coni. Qui abbiamo a che fare con la vita di milioni di persone praticanti, la maggior parte delle quali dedite allo sport sociale, sovrastante nei numeri rispetto all’olimpismo e all’alta prestazione. È in gioco soprattutto la sopravvivenza dello sport sociale, di quelle realtà sportive di base che sono la vera ossatura del sistema sportivo italiano che invece pensa ancora di rinchiudersi nella propria torre d’avorio.
Allora ritorniamo a porre l’attenzione sui sostegni economici necessari da parte del governo per garantire la ripartenza dello sport, per rispondere al bisogno di salute che è si cura ma altrettanto promozione e prevenzione attraverso sani stili di vita.
A tutto ciò dovrà corrispondere il profilo della futura delega istituzionale sullo sport. Proprio per questo non ci sentiamo orfani di un riferimento. Per noi non è mai stata una sottovalutazione ma, auspichiamo, la speranza di un interlocutore o un’interlocutrice che sappia raccogliere tutte le istanze dello sport attraverso una visione che sia davvero rinnovata e di sicuro stampo europeo. La Uisp è convinta che il Presidente Draghi, al quale rinnoviamo gli auguri di buon lavoro, a lui e al suo governo, saprà fare la scelta giusta, poiché questi decreti non sono la fine di un periodo di riforme sullo sport, bensì ne rappresentano solo una tappa.
(di Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp)