Il giocatore gialloblù getta acqua sul fuoco e sottolinea come non serva creare allarmismo per una sconfitta, anche se contro una diretta avversaria. "Cassano? Se è in giornata sono guai". La video intervista completa.
Cristian Zaccardo, è stata una sorpresa anche per voi la giornata di domenica, oppure avevate avuto qualche segnale?
“Sinceramente speravamo in una prestazione diversa; per quanto riguarda il risultato, invece, è un altro discorso, perché in Serie A ogni partita fa storia a sé. Sicuramente la prestazione non è stata all’altezza delle nostre aspettative: purtroppo la partita è nata male, il Cagliari è passato subito in vantaggio, ha giocato meglio di noi e alla fine ha meritato di vincere. Dispiace, però non bisogna creare allarmismi inutili da questa sconfitta, che ci deve far riflettere per il futuro, come ha detto il mister.”
Sia nella sconfitta con il Cagliari, che nella vittoria contro la Lazio, sono da distinguere bene i meriti vostri ed i demeriti degli avversari…
“Nel calcio ed in Serie A soprattutto, le squadre sono molto simili: mercoledì scorso noi eravamo in grande forma ed a Roma abbiamo fatto risultato; domenica in casa con il Cagliari è successo il contrario. Se vedete la settimana dei sardi, noterete che hanno disputato un’ottima gara contro l’Inter, una grandissima partita contro il Bari ed infine una prestazione maiuscola al Tardini. Se li avessimo incontrati un mese fa, magari il risultato sarebbe stato diverso.”
Qualcuno dice che è stato un problema di condizione fisica, altri parlano di calo di concentrazione…
“Se contro il Cagliari c’è stato un calo di concentrazione, è avvenuto solo ed esclusivamente a livello inconscio: questa lezione ci sarà utile per la prossima volta, per evitare di prendere qualsiasi impegno sottogamba. Purtroppo domenica siamo scesi in campo deconcentrati e dopo il loro vantaggio non abbiamo avuto la forza di reagire.”
Lazio e Cagliari erano schierate con lo stesso sistema di gioco: voi li avete affrontati in un’occasione con la difesa a tre centrali, nell’altra con due…
“Spetta al mister decidere come metterci in campo di volta in volta e a seconda degli avversari. La cosa certa è che noi non dobbiamo cambiare atteggiamento, sia che giochiamo a tre, sia che giochiamo a quattro. Mercoledì scorso a Roma è andata benissimo con la difesa a tre, mentre domenica contro il Cagliari è andata meno bene, però non credo sia dovuto al modulo tattico: proprio non c’eravamo. Anche perché il mister ha provato a correggerci in corsa inserendo Bojinov, ma non siamo stati comunque pericolosi. Possiamo solo recriminare sul rigore non concesso per un fallo su Biabiany che, forse, avrebbe cambiato il corso della partita.”
Le motivazioni non mancheranno di sicuro domenica prossima a Genova, dove affronterete la capolista…
“La Sampdoria sta benissimo; noi, invece, veniamo da questa sconfitta che speriamo ci abbia fatto bene. Andiamo là a cercare di fare noi la partita, come abbiamo fatto a Roma contro la Lazio ed in parte a Milano contro l’Inter. Sicuramente staremo attenti.”
Personalmente, ha sofferto le tre partite in otto giorni?
“Io non sono ancora al 100%, perché ricordiamoci che vengo da un anno in Germania di quasi inattività. Di certo in queste partite ho dato il massimo per cercare di aiutare i miei compagni. Certo, delle ultime due gare ho sofferto più Cossu e Jeda, due attaccanti rapidi, piuttosto che un attaccante molto bravo ma più statico e meno veloce come Cruz. Se sto bene fisicamente io non ho paura di nessuno: mi manca solo un po’ di rapidità, che verrà nel giro di pochi giorni, e poi sarò al top.”
Dessena è stato tanto criticato per aver esultato dopo la rete al Parma. Cosa ne pensa lei, che aveva esultato dopo aver segnato al Palermo, sua ex squadra?
“Io ho esultato dopo aver segnato al Palermo, però mi sono fermato lì: il giorno dopo ci ho tenuto a chiarire a tutti che la mia esultanza non voleva offendere nessuno. Gioire dopo il gol è stata una liberazione perché era da tanto tempo che volevo e che cercavo la gioia del gol. Mi dispiace che sia arrivata proprio contro la mia ex squadra, ma d’altra parte questo è il mio lavoro, ed ora gioco per il Parma. Io ringrazierò sempre la società del Palermo, la città ed i tifosi per i quattro anni passati là, e per avermi sostenuto sempre. Per quanto riguarda Dessena, da calciatore dispiace, anche perché lui è di Parma.”
Non le sembra più innaturale non esultare che farlo, dopo aver realizzato una rete?
“Dentro di te quando segni una rete sei contento: perché non farlo vedere? Io credo che il problema vero di domenica sia stato il comportamento a fine gara di Dessena, e non quello durante la partita. E’ questo che non ci sta: io non l’avrei fatto, poi ognuno fa quello che crede.”
Ha già ricoperto diversi ruoli in questo Parma: qual è quello in cui si è trovato meglio?
“I miei ruoli naturali sono o terzino destro o difensore centrale: la cosa importante è stare bene, e poi potrò dare sicuramente il mio contributo.”
Continua a pensare che il Parma, nonostante il risultato di domenica, possa ambire solo alla salvezza, o paradossalmente può puntare a qualcosa di più?
“La squadra è una nata su una buona base, ed il progetto è davvero valido. Quest’anno dobbiamo pensare esclusivamente alla salvezza; nei prossimi anni, poi, cercheremo di puntare ad altri obiettivi, passo dopo passo. Per vedere se possiamo raggiungere qualcosa di più, poniamoci come obiettivo la sosta di Natale, però dentro di noi, dentro lo spogliatoio, gli unici discorsi che ci facciamo riguardano il raggiungimento dei 40 punti.”
In Nazionale ha mai giocato con Cassano?
“Sì, qualche volta. Non lo conosco benissimo però abbiamo giocato insieme anche nelle Nazionali giovanili.”
Cosa la preoccupa di più del calciatore?
“Antonio è un calciatore imprevedibile e fantasioso: se è al top sa caricare molto bene l’ambiente ed i suoi compagni. E’ chiaro che è un punto di riferimento per la Sampdoria, e se becca la giornata giusta, per noi sono guai. Cercheremo di arginarlo.”
Cosa la spaventa di più: i suoi assist o i suoi gol?
“Cassano è molto bravo a dettare l’ultimo passaggio, ed è chiaro che per la Sampdoria è lui il punto di riferimento, perciò è normale che sarà lui il primo che cercheremo di fermare.”