Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, interviene sull’ultimo DPCM del 3 dicembre, che in materia di sport conferma, di fatto, quanto già previsto per palestre e centri sportivi, oltre a riportare alcune precisazioni, possiamo definirle così, sugli eventi e le competizioni di interesse nazionale, per cui occorre leggere con attenzione la nuova stesura del relativo articolo, anche alla luce della circolare del Segretario generale Coni.
Su questo l’Uisp è già intervenuta tempestivamente con una specifica circolare per aggiornare l’intera rete associativa nazionale: associazioni, società sportive, comitati, settori di attività.
“Le realtà associative di base e la promozione sportiva sono ancora chiamate a sacrifici che si rendono necessari per tutelare al meglio la sicurezza delle persone e la salvaguardia della salute pubblica – dice Vincenzo Manco, presidente Uisp, nell’articolo di apertura del mensile Pagine Uisp – Proprio per tale motivo la Uisp continua a tenere un rapporto serrato con il Governo e con il Parlamento affinché si tenga alta l’attenzione sulle condizioni dell’associazionismo sportivo del territorio. Insistiamo nel dire che, per quanto importanti siano gli interventi che il governo ha provveduto a garantire per ristorare il comparto, essi risultano ancora insufficienti per immaginare che la soluzione si possa esaurire solo con misure emergenziali”.
“Rilanciamo, pertanto, la necessità di un piano nazionale pluriennale che preveda interventi strutturali che possano permettere alle famiglie di esercitare il diritto al gioco e alla pratica per tutte e tutti e per tutte le età. Allocazione di risorse – continua Vincenzo Manco – che vanno messe a disposizione per interventi a sostegno della cultura del movimento come prevenzione e promozione della salute.
L’attività motoria e sportiva è un indicatore di benessere sociale e non fare sport è una vera e propria deprivazione che come tale andrebbe inserita tra gli indicatori materiali di povertà e quindi sostenuta di conseguenza. Continuiamo a rivendicare una vera e propria inversione di tendenza circa il riconoscimento delle risorse pubbliche a favore degli organismi sportivi, poiché nonostante qualche segnale favorevole che abbiamo registrato da parte del Dipartimento Sport e di Sport e Salute, riteniamo che si sia ancora molto lontani dalla pari dignità che la promozione sportiva merita per la consistenza dei numeri che rappresenta e per il valore di coesione sociale che esprime all’interno delle nostre comunità”.
“Lo abbiamo detto e continuiamo a sostenerlo: noi non ci arrendiamo! Lo dobbiamo – conclude il presidente Manco – a tutti i nostri soci e alle nostre affiliate, a tutta quella parte oggi sofferente ma bella dello sport italiano senza la quale anche le medaglie olimpiche sarebbero una chimera!!!”.