Mancano i crismi dell’ufficialità, ma la notizia è certa: le Zebre Rugby Club restano a Parma anche per la prossima stagione (2018-19). Lo stretto legame tra la federazione e la franchigia (a gestione federale) continuerà sulla strada intrapresa in questa stagione, quella del rilancio e della consapevolezza, dopo la burrasca dell’estate scorsa che ha messo a serio rischio il matrimonio tra le Zebre e la città ducale.
Un rapporto iniziato nel 2012 e andato avanti tra alti e bassi, fino all’arrivo di Andrea Dalledonne, l’amministratore unico del club che, in silenzio e senza grandi proclami, ha ricostruito la società e rafforzato il legame con il territorio, anche se il “giocattolo” è molto oneroso e i costi di gestione annuali non sono coperti dalle entrate, tanto da richiedere l’intervento costante di “mamma” Fir.
In altre parole, Dalledonne ha riacceso la fiamma e la passione parmigiana per il rugby internazionale, tant’è che tutti i “Top Sponsor” sono made in Parma. Un bel segnale, anche se si può e si deve fare di più, inseguendo un modello di sostenibilità economica indispensabile per progettare il futuro.
I risultati sportivi della stagione in corso (5 vittorie contro le 3 dello scorso anno), la buona affluenza sugli spalti dello stadio Lanfranchi in occasione delle gare di Pro14 e Challenge Cup e le iniziative di promozione sul territorio di questi ultimi mesi (il 19 aprile le Zebre si alleneranno in Cittadella davanti ai propri tifosi) completano il quadro generale della situazione.
Una situazione positiva che, unitamente alla mancanza di interesse di altre città pronte a rilevare il titolo sportivo delle Zebre (in estate si era parlato di Milano e Roma), ha spinto la Federazione a continuare il rapporto “primordiale” con Parma anche per la prossima stagione. Un traguardo che non era scontato, tutt’altro.
Ora l’auspicio è che nei prossimi mesi si possano gettare le basi per costruire finalmente un futuro a lunga scadenza (un progetto pluriennale), senza incertezze, puntando su un maggiore coinvolgimento dell’imprenditoria locale, per rafforzare un legame che può diventare indissolubile.
(Foto di Lorenzo Cattani)