Il presidente Melegari ancora ieri aveva richiamato Parma, in senso lato, ad un maggiore sforzo per la franchigia elogiando il Colorno. Abbiamo sentito le altre tre parti in causa
Gli Aironi, oltre a non volare hanno pure un’irritazione. Non è andato per il sottile il presidente Silvano Melegari sulle pagine della Gazzetta di Mantova di ieri nel richiamare la parte parmigiana, o meglio una parte della, che a suo dire anziché collaboratrice, citato il Colorno come esempio, è detrattrice aggiungendo che “Parma deve decidere se continuare a sostenere il progetto o esserne contro”. Una “velata minaccia” ad un “lombardismo” più spinto? La parte viadanese degli Aironi a più riprese aveva cercato di sensibilizzare la frangia parmigiana, intesa come società associate ma anche come realtà industriale, ad un maggiore sforzo finanziario. Dai continui richiami di Tonni e Melegari pare evidente che quanto messo sul piatto come quote sommato a ciò che ha elargito la Fir non sia stato sufficiente alla copertura del budget di questa stagione. Fatti i conti senza l’oste? I conti sono lievitati in corso d’opera? C’erano delle aspettative che sono andate disattese? Ricordiamo che il budget minimo richiesto dal board della Magners per sedersi al tavolo da gioco era di 8 milioni di euro. Qualcuno però, al di fuori della franchigia, paventava che ne sarebbero serviti circa un paio in più. Un conto è avere “Paperone Benetton” che mette come e quanto vuole, un conto un pot-pourri come questo ove ci si deve magari togliere del proprio per “metterlo da un’altra parte”, alla faccia, in qualche caso, dei creditori.
Sentiamola allora la parte parmigiana come si pone rispetto alle parole di Melegari.
Andrea Bandini, presidente Amatori Parma Rugby: «Non so a chi si riferisse il presidente. Per quanto ci riguarda è un progetto cui abbiamo creduto fin dall’inizio; non a caso siamo tra i soci fondatori e abbiamo portato in dote anche lo sponsor Rolly. Noi stiamo portando quello che possiamo; avevamo il 15%, ma di questo abbiamo rimesso in consiglio un 10% perché ritenevamo giusto che chi non ha grosse possibilità finanziarie agisse così in modo tale che se vi sono altre realtà in grado di inserirsi lo possano fare. Questo senza togliermi dall’impegno degli Aironi. Oltretutto dirotteremo là un altro nostro sponsor. Parma effettivamente come realtà industriale non ha reagito a questo progetto, mettiamoci pure, se vogliamo, un discorso tv non di ampia risonanza, il fatto che non si giochi a Parma, che si doveva partire per tempo invece siamo arrivati a definire le cose solo quattro mesi prima: fattori contingenti, non si dà la colpa a nessuno, che speriamo si azzerino nella prossima stagione».
Bernardo Borri, presidente Rugby Parma 1931: «Noi abbiamo sempre collaborato, abbiamo sottoscritto la nostra quota, siamo stati parte attiva nel reperimento dello sponsor tecnico e continueremo ad essere collaborativi perché se siamo entrati nel progetto ci crediamo. Purtroppo il momento non aiuta, non aiuta noi e di conseguenza non aiuta gli Aironi; non abbiamo portato sponsor negli Aironi ma per il semplice fatto che abbiamo difficoltà anche a reperirne di piccoli per noi. Di quelli che avevamo, il Consorzio del Parmigiano Reggiano non ha aderito questa stagione, ma ci auguriamo possa farlo la prossima. Parmigiani detrattori? Non lo so se ci siano, nel caso credo che il presidente non si riferisse a noi».
Gabriele Ruffolo, consigliere in quota Noceto: «Io credo che la dirigenza del Viadana abbia fatto bene in tutti questi anni, sanno fare rugby, sono partiti nel ’70 ed in pochi anni sono arrivati al top rimanendoci al pari del Treviso. E non parliamo delle strutture. Parma non si è messa mai d’accordo e lo dico da ex presidente del Gran (5 anni, ndr); avrebbe avuto delle potenzialità ma non le ha mai espresse appieno. Noceto è ripartita dalla C ed è arrivata di filato in Eccellenza, ma non ha i soldi che può avere Parma. La realtà è che è difficile trovare sponsor a Parma, e sì che abbiamo fior di aziende; so che anche le altre società li stanno cercando come noi ma è difficile nonostante si parli di Europa, Magners, non di Italia. Con Baraldi spero di riuscire a portare uno sponsor milanese che conosco bene ma che chiaramente non può venire a Noceto; ne parleremo a breve e vedremo. Io credo che Melegari si riferisse al fatto che prima c’erano tre società di Super10 (contando la neopromossa Noceto, ndr) ed una in A1 e sono diventate due, ergo un risparmio di budget che, inteso come sponsor, si augurava potesse confluire negli Aironi. Io credo fermamente nel progetto, la franchigia è importante rappresenta la linfa della nazionale; siamo anche partiti tardi e scontiamo delle difficoltà quest’anno ma sono convinto che la prossima stagione sarà diversa sotto molto punti di vista».