Nel dicembre del 2004 la prima discesa dei londinesi a Parma. In quell'edizione di Challenge Cup, la Rugby Parma ottenne una prestigiosa vittoria. Due anni dopo toccò al Gran Parma affrontarli.
Dicembre, il mese delle campagne dei Saraceni nel Ducato. La prima campagna risale al 2004, esattamente il 4 dicembre. Il meteo non era granché e nemmeno il terreno del Lanfranchi, pesante, sul quale l’Overmach Rugby Parma guidata dal duo Ghini-Sgorlon affrontava i Saracens nel secondo turno a eliminazione diretta della Challenge Cup. I gialloblù arrivavano da un risicatissimo superamento di turno contro i modesti spagnoli del Cetransa El Salvador. L’esito della doppia sfida era segnato così come, si pensava, pure quella partita casalinga. I Saracens di quegli anni non erano lo squadrone di questi ultimi tempi ed erano privi dell’attuale connotazione sudafricana. Sarà stato il campo, il nazionale francese Castaignède nel fine partita provò ad addurlo come alibi, sarà stata la diversa attitudine in campo, fatto sta che la Rugby Parma dopo quasi un’ora di gioco si trovava sopra addirittura 19-3 grazie alla meta del centro Shanahan (un inglese, ironia della sorte) e al preciso piede di de Marigny. Roba da chiedersi: “ma è una storia vera?!”. Il drappello di tifosi londinesi con tanto di fez d’ordinanza, ammutolito. Negli ultimi venti minuti grande pressione dei Saracens ma stoica resistenza gialloblù; gli inglesi andarono in meta al 73’ col tallonatore Cairns e a tempo scaduto con l’ex galletto Castaignède. Fortunatamente, la prima meta non venne trasformata così che i gialloblù e i loro tifosi poterono esultare per una clamorosa, rara, sofferta, meritata vittoria contro un’inglese. Nella Rugby Parma c’era l’italo-sudafricano Luca Fiasconaro figlio del grande mezzofondista azzurro Marcello. «Bellissimo avere davanti Castaignède e Randell detto randello (l’ex All Black giocò il ritorno, ndr)» racconta Leone Larini attuale coach della Rugby Parma e uno dei protagonisti «Il campo forse ci aveva un po’ favoriti ma va detto che quando giocavamo in Coppa contro certe squadre mettevamo un agonismo e una voglia di giocare a rugby che non aveva eguali. Era una sensazione diversa, più bello da giocare e da vivere. Avevamo fatto un ritmo tale che dopo venti minuti ero già stanco, mi sembrava di aver già giocato un’ora».
La seconda disfida fu nel 2006, il giorno era il 16. 16 furono anche i punti messi a segno dal Gran Parma (meta di Ravazzolo e piede di Wakarua) ma i Saracens non si fecero sorprendere e ne fecero 36. Quel giorno c’erano anche Ratuvou e Ongaro nella legione saracena. E il padre di Owen Farrell, Andy. Il trait d’union tra quegli ultimi Saracens e questi sono Neil de Kock, Alex Goode, Kevin Sorrell, che dei trequarti ora è il coach, e Paul Gustard, ora coach degli avanti e di difesa.
Sabato i Saraceni saranno nuovamente nel Ducato. Il campo di battaglia è cambiato così come lo sono tutti i protagonisti. Ma sono cambiate anche le motivazioni e il soldo, oltre ai “reggenti sportivi” del Ducato. Come finirà, lo vedremo nel pomeriggio di sabato.