Le parole della proprietà nell'intervista con il presidente della Rugby Noceto, Angelo Barocelli, ex socio al 99% della non iscritta società crociata.
Sta per ricominciare il campionato d’Eccellenza. Era finito con la salvezza all’ultimo secondo dello spareggio, per i Crociati. Finito, punto. La proprietà, ovvero il Rugby Noceto divenuto tale dopo poche settimane dall’inizio della seconda stagione per la fuoruscita della Rugby Parma, a luglio ha deciso di non proseguire oltre. La storia è nota. Dopo l’esperienza del GrAN, finita con la separazione dopo poco più di un lustro, e visto com’è andata coi Crociati, sorgerebbero spontanee due domande, tra il serio e il faceto, per la Rugby Noceto: chi ve l’ha fatto fare e se è così difficile “mettersi, e soprattutto starci, insieme”. Alla prima, alcuni, soprattutto a Noceto ove “l’affaire” creò una specie di terremoto interno con tanto di allontanamenti volontari, rispondono con nomi e cognomi. Angelo Barocelli, presidente del Noceto e in pratica socio unico dell’ex società crociata risponde così. «Le due unioni vengono da due necessità diverse. Quella col GrAN era per sviluppare una squadra con una struttura piramidale con le seconde squadre delle società appartenenti. La gestione era quasi interamente in mano alla consorte e noi a seguire i settori giovanili. L’esperienza crociata era nata con un progetto diverso, normalmente quello che succede in un’economia di mercato: una holding con diverse strutture societarie le cui seconde squadre dovevano fornire giocatori di formazione locale alla squadra di primo livello ovvero i Crociati. Si è partiti con due società che avevano ottenuto risultati opposti sul campo ma l’intento era di coagulare il resto del territorio. Purtroppo è rimasto tutto sulla carta perché poi all’ultimo è nato il Granducato e noi dopo poco più di una stagione siamo rimasti soli. Dato che a Noceto abbiamo sempre privilegiato l’aspetto sportivo la soluzione era di rilevare la quota parte della Rugby Parma per poter far giocare i ragazzi. Alla fine era inevitabile, per noi di Noceto, non poter gestire due squadre seniores di cui una in Eccellenza. E’ stata dura e più di tre anni … Difficile fare matrimoni? Evidentemente sì, quando si passa il ponte sul Taro … Noi gestiamo la Rugby Academy con Fiorenzuola e altre realtà: forse coi giovani è più facile. Il discorso di condividere gli intenti per portare giocatori del territorio in una squadra seniores dovrebbe superare qualsiasi “ponte”. Noi siamo stati un po’ dei precursori di lungo corso del discorso franchigie; probabilmente fra qualche anno quello che abbiamo fatto coi Crociati sarà normale trovarlo da altre parti, sperando che finisca diversamente».
Nell’economia di mercato rientrano anche fattori, per l’appunto, economici: quelli che hanno in qualche modo fatto sì che le due società si unissero in questo progetto, quelli noti dell’ultima stagione (lunga coda che partiva sin dalla prima) e un territorio che non rispondeva. «Intanto sotto l’aspetto sportivo né alla società crociata né ai giocatori non si può dire nulla, vista la salvezza raggiunta quando sembrava impossibile. La congiuntura ormai è la normalità. Forse, il fatto di non avere le due realtà di Parma nella società ha fatto sì di non avere presenza allo stadio poi probabilmente c’è stata anche una proposta di comunicazione non corretta o fatta non nella maniera più consona. I dirigenti però sono dei volontari che prestano la loro opera nel dopolavoro; ci sono anche società di calcio di alto livello, quindi professionistiche, in difficoltà: è logico che anche nel rugby di Eccellenza vi siano dei problemi». E sulla chiusura dei Crociati si incrociano due situazioni: i lodi e Prato. Le due vicende sono andate in modo diametralmente opposto. «Le nostre difficoltà erano presenti, e non lo abbiamo nascosto, anche nella seconda stagione ma si è deciso di provare a non disperdere il prezioso parco giocatori e con l’arrivo di Giovanelli abbiamo cercato di rivedere budget e altre situazioni. Venendo dal settore produttivo, da azienda privata, dico che quando le persone si prendono un impegno devono cercare di portarlo a termine. Se la situazione è tale da non poterlo portare a termine i correttivi andavano posti antecedentemente la situazione di fatto che si è venuta a creare. Se qualcuno vuole fare i lodi, e non mi riferisco solo agli ultimi, è giusto che li faccia; certo, i lodi ci hanno tagliato le gambe ma non è stato solo quello. Ciò che mi dà un po’ da pensare sono certi atteggiamenti tenuti per alcune società, anche in passato, e non per altre, con porte che si chiudono e altre che si aprono, il che è stato penalizzante per la vita dei Crociati».
Barocelli chiude così la lunga chiacchierata: «Resta l’amarezza di non essere riusciti a restare insieme alle altre società di Parma in un campionato che il territorio e il movimento meritano. E’ una grossa perdita. Noceto ha in giro una trentina di giocatori tra Eccellenza e A1; negli ultimi vent’anni ha fornito in modo quasi esclusivo giocatori del territorio alla nazionale per cui credo sia un interlocutore privilegiato per fare certi discorsi».