Il 15 giugno riaprono ufficialmente cinema e teatri. Gli stadi di calcio, invece, restano chiusi, almeno per ora. Eppure negli ultimi due giorni la speranza di squadre e tifosi hanno subito un’impennata. Il Governo ha aperto la porta, l’argomento non è più tabù, anche perché i dati dell’emergenza coronavirus sono in costante miglioramento e diffondono un cauto ottimismo. Motivi per cui la discussione è tornata di stretta attualità.
Il Tardini ha chiuso i cancelli l’8 marzo, quando si giocò la gara “barzelletta” tra Parma e Spal (0-1). Fu una partita a porte chiuse, senza tifosi, giocata in un clima surreale. In realtà, l’ultima volta che l’Ennio ha accolto e abbracciato i propri tifosi è stato il 9 febbraio, in occasione di Parma-Lazio (0-1). Da allora un vuoto assordante e un silenzio che toglie il respiro.
Ora a distanza di 4 mesi niente è impossibile, da Gravina (Figc) alla politica, non si parla d’altro: ” Migliorando l’andamento dei contagi – ha spiegato il numero uno della Figc -, spero si possa consentire un accesso parziale agli impianti di calcio. Sarebbe una straordinaria iniezione di fiducia e di entusiasmo”. Parole confermate dall’onorevole Carmelo Miceli (Pd): “C’è una valutazione serie della possibilità di valutare protocolli che consentano l’ingresso degli stadi, previa disciplina dei tifosi”.
Da qui alla fine della stagione, salvo nuova emergenza sanitaria, il Parma dovrà giocare 6 volte in casa (vedi calendario). E la speranza, più che concreta, è di riaprire i cancelli di curve e tribune poco dopo la ripresa del campionato fissata per il 20 giugno. Seppur parzialmente, cioè con una capienza ridotta, forse non più di 5mila spettatori, tutti distanziati e muniti di mascherine.
Il 28 è in programma Parma-Inter, chissà…