L’aumento degli infortuni nel mondo del calcio è un argomento dibattuto a più livelli, tra visioni futuristiche e analisi del presente che portano sempre allo stesso punto: si gioca troppo.
Il Parma è alle prese con il problema infortuni da diverse stagioni (come diverse altre squadre italiane), una sfilza di indisponibili che costringono gli allenatori a formazioni obbligate e allenamenti a ranghi ridotti. Problemi che al momento il solo Pecchia è riuscito a mascherare grazie ai risultati positivi del campo e alla valorizzazione di alcuni giocatori che fino allo scorso anno sembravano dei “fantasmi”. Prima di lui ne avevano pagato le conseguenze Liverani, D’Aversa, Maresca e Iachini.
Passano le stagioni e la storia si ripete. I “complottisti” puntano il dito contro i campi del Centro Sportivo di Collecchio (un centro all’avanguardia), i “vegani” accusano l’alimentazione della squadra, altri se la prendono con le attrezzature della palestra, altri ancora criticano lo staff medico e gli addetti ai recuperi infortuni, mentre i “terrapiattisti” attaccano lo smog. Mistero dei misteri.
Contro il Como mancavano ben 12 giocatori (Ansaldi, Bernabé, Buffon, Camara, Charpentier, Chichizola, Cobbaut, Coulibaly, Inglese, Man, Mihaila, Romagnoli). E’ il numero più alto di tutta la serie A e B (decima giornata), davanti anche alla Juventus che attualmente conta 10 indisponibili.
Gli infortuni di casa Parma sono di varia natura: contusioni, distorsioni e soprattutto problemi muscolari. Una “strage”!
Non abbiamo le competenze per analizzare nel dettaglio la situazione generale dell’infermeria gialloblù, ma la matematica non sbaglia mai e dice che il problema è reale e impone una soluzione, onde evitare di rovinare un’altra stagione.