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Mister Fabio Pecchia al Festival dello Sport a Trento

Parma Calcio

Pecchia: «L’ambizione è di competere e allenare in A»

Foto: Parma Calcio 1913

Pecchia: «L’ambizione è di competere e allenare in A»

Non solo Gigi Buffon: al Festival dello Sport a Trento ha parlato oggi anche Fabio Pecchia, allenatore del Parma Calcio.

Il mister di Formia – presente all’evento organizzato dalla Gazzetta dello Sport dopo tante vecchie conoscenze del Parma e dello sport parmense (da Arrigo Sacchi a Lorenzo Minotti, da Giulia Ghiretti ad Alessia Cappelletti,  portiere della Prima Squadra Femminile) – è intervenuto, assieme al presidente della Lega B Mauro Balata e all’allenatore del Brescia Pep Clotet, nel forum, presentato dal giornalista della “rosea” Nicola Binda, che ha visto al centro dell’argomento la Serie B, le sue storie e il futuro di un campionato sempre più sotto i riflettori e dell’attenzione del pubblico.

Le dichiarazioni dell’allenatore crociato Fabio Pecchia, durate il forum Serie B organizzato al Festival dello Sport.

«Un campionato che è bello per chi lo vede da fuori, per chi c’è dentro, è imprevedibile e rende tutto molto più complicato. L’ambizione personale non è quella di voler vivere in Serie B, ma di competere e allenare in Serie A. I giovani? A prescindere dalla categoria, devono giocare, soprattutto se sono forti. La scelta a Cremona era condivisa con il Club con giovani che non erano di proprietà. Con il lavoro sui giovani bisogna avere pazienza, qualcuno lo definisce coraggio, per me invece va creato un metodo per un ambiente giusto dove i giovani possano esprimersi. Dal mio punto di vista personale è gratificante lavorare con i giovani, per permettergli di esprimere il loro potenziale. Questo concetto non deve appartenere solo alla Serie B ma bisogna avere più coraggio anche in Serie A. Perché quello che succede fuori dai confini italiani è totalmente diverso. Le mie esperienze internazionali io le definisco come una proficua contaminazione, il calcio rappresenta la cultura. Vale sia per il calcio in Spagna o per il calcio in Giappone. Ciò che lo rende diverso sono i dettagli delle strutture e dei campi in cui si gioca, questo serve per rendere ancora più appetibile il prodotto da esportare».

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