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Parma Spezia 2 0 33a giornata Serie B 2023 2024 mister Fabio Pecchia

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Pecchia: «La casa a Bologna, i consigli di mamma e papà, il sogno salvezza col Parma»

©Foto: Lorenzo Cattani

Pecchia: «La casa a Bologna, i consigli di mamma e papà, il sogno salvezza col Parma»

In attesa di ascoltare le sue parole nella prossima conferenza stampa (sarà domenica all’ora di pranzo, il day after ci sarà Parma-Udinese), Fabio Pecchia è tornato a rilasciare dichiarazioni.

Lo ha fatto al quotidiano La Repubblica, che gli ha dedicato un ampio spazio sulle pagine dell’edizione odierna del giornale cartaceo. Rispondendo alle domande della giornalista Valentina Desalvo, il tecnico del Parma ha affrontato diversi temi: dai suoi trascorsi da giocatore alla “gavetta” fatta alle spalle di Benitez e altri maestri. Ma l’aspetto più interessante emerso dall’intervista è relativo al suo Parma attuale, composto da una rosa con 16 nazionalità differenti. «Cercare di mettere insieme culture così differenti, all’inizio, è più importante del fare tattica. Un giapponese non è uno svedese, anche solo per come si relaziona alle gerarchie, perché il giovane non si alza da tavola prima dei più anziani. Il linguaggio deve essere diverso, non solo la lingua. Negli allenamenti parlo sempre italiano, nei colloqui individuali no, per quanto mi è possibile ovviamente» così Pecchia.

«La leggerezza, che non è mancanza di serietà, ma capacità di essere concentrati su quel che facciamo adesso, senza zavorre – ha detto in risposta alla domanda sui punti di forza –. Se riusciamo a mantenerla ci aiuterà. Dobbiamo salvarci, questo è l’obiettivo, facendolo anche per una città che ha ritrovato la Serie A e che l’ha festeggiata tanto con noi. Mi piace andare al campo alle 7 e 30, cominciando dalla colazione insieme, perché questo è un posto bello».

La forza di Pecchia, invece, sembra quella di essersi saputo adattare alle esigenze del calcio di oggi e dei giovani: «I social hanno cambiato soprattutto il modo di stare insieme, questo mi interessa. Ho delle figlie della stessa età, non è che non lo capisco. Quando stavo a Bologna ci mettevamo in 15 a giocare a carte, oggi questo non succede più e non lo puoi replicare. Però, più o meno una volta a settimana, facciamo “il giorno del gioco”, dal ping pong a giochi senza frontiere, l’aspetto ludico è formativo».

La famiglia lo sostiene e lo segue sempre. Anche mamma e papà sono (ancora) prodighi di consigli: «Sono venuti per le ultime della stagione scorsa. Mio padre, come sempre, mi dice di mettere un difensore in più, mia madre di non arrabbiarmi tanto – ha detto il tecnico 51enne che ha deciso di risiedere in Emilia, ma non nel Ducato –. Con mia moglie e le mie figlie, qualche anno fa, abbiamo preso casa a Bologna, è una città viva, un modo di stare insieme, e i servizi funzionano. Io non potevo farle trasferire ogni volta».

Il sogno è triplice: uno dovrebbe essere difficilmente raggiungibile rispetto a quello che potrebbe realizzare alla guida dei crociati nella Serie A ’24/’25: «Vivere questa carriera e godermela, perché facciamo un mestiere bello. Poi oltre la salvezza con Parma, vincere lo scudetto con il Lenola, il mio paese» ha concluso.

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