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Parma Empoli 1 1 9a giornata Serie A 2024 2025 undici crociato con la coreografia della Curva Nord alle spalle

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Parma, è il momento dell’unione d’intenti

©Foto: Lorenzo Cattani

Parma, è il momento dell’unione d’intenti

Stando al trend da incubo del 2025 del Parma, non ci sarebbero particolari motivi per guardare con fiducia ai prossimi impegni.

Le sfide dell’anno nuovo hanno, sin qui, bocciato il girone di ritorno dei crociati: ancora senza vittorie dopo il giro do boa, con appena 2 punti all’attivo in 6 partite, reduci da 3 ko consecutivi e con una fase difensiva che da inizio gennaio ha incassato 10 reti (7 di queste nei secondi tempi), il terzultimo posto si è presto concretizzato. Insomma, per Delprato e compagni il 2025 si è aperto nel peggiore dei modi. L’ennesimo tonfo in uno scontro diretto, stavolta in quel di Cagliari, non è che abbia fatto intravedere troppi segnali di miglioramento. Con appena 10 punti conquistati (su 39) in 13 sfide salvezza – 2 vinte, 4 pareggiate, 7 perse – non si va da nessuna parte.

Ma, forse, è bene anche ricordare l’assioma murphologico per cui «se qualcosa può andare storto, lo farà». Perciò, indugiare solo sulle negatività non potrà che generarne altre. E allora cosa prendere di positivo? La trasferta in terra sarda ha avuto tre aspetti da salvare: il ritorno in campo di Bernabé, che ha giocato per 90’ più recupero; un Bonny tornato ai livello dei tempi migliori; il primo gol in Serie A di Giovanni Leoni, ad appena 18 anni e 50 giorni.
Tre singoli da cui ripartire per le prossime due partite casalinghe, su cui il club fa grande affidamento. Impervie, certamente, sulla carta, perché Roma e Bologna sono formazioni di calibro europeo, ma due occasioni per recuperare a far punti inaspettati. Come già avvenuto, nel corso dell’annata, contro le big al “Tardini”, lo stadio che Pecchia si augura accolga i suoi ragazzi in una bolgia dal calore sudamericano. La Roma, per la sfida di domenica, ha già fatto il sold out del settore ospiti (3.500 tagliandi): bisognerà rispondere con altrettanto entusiasmo anche in Nord e negli altri settori destinati ai parmigiani.

I tifosi, che gradirebbero uno spirito diverso sul campo e anche davanti ai microfoni (dove sembra sempre esserci scarsa percezione di autocritica dei protagonisti), hanno già espresso il loro disappunto, ma saranno pronti a incoraggiare i propri beniamini e a sostenerli ancora. La squadra più giovane della A necessita, in questo momento, di supporto e di autostima. Anche perché bisognerebbe restituire una parvenza di “fattore campo” alle sfide casalinghe, dove in questa stagione comunque sono arrivati più punti (12, in altrettante partite) rispetto alle 12 gare in esterna (8). Prendendo in esame solo il rendimento al “Tardini”, i ducali sarebbero in 16ª posizione nella massima serie: significa che 4 concorrenti, fin qui, hanno fatto peggio.

Il destino del Parma in Serie A passa anche dalle prossime due sfide interne, contro Roma e Bologna. Una doppia chance che dovrà, giocoforza, fruttare punti per evitare altri fischi e contestazioni a posteriori. Ma questo è un discorso che non ha senso fare prima di scendere in campo. È il momento dell’unione d’intenti. Tutti dentro? No, tutti insieme. Con consapevolezza, ognuno del proprio ruolo.

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