Altro giro, altra sconfitta. Il Parma ha tradito le attese, ancora una volta, tra le mira amiche in una sfida salvezza.
L’1-3 al “Tardini” contro il Lecce è valso a Pecchia e i suoi la 6ª sconfitta in 12 sfide complessive contro le squadre della metà destra della classifica; negli altri, 4 pari e 2 sole vittorie (con Venezia e Monza, entrambe all’andata).
DATI IMPIETOSI Le brutte notizie post-Lecce non si fermano qui: tra andata e ritorno, i salentini – peggior attacco della Serie A – hanno segnato al Parma 5 dei loro 18 gol totali (il 27,7%). Dato che conferma la vulnerabilità di Suzuki e compagni quando si tratta di difendere in diverse situazioni: a dispetto del nuovo blocco basso in fase difensiva, il Parma è la squadra che concede più campo alle avversarie per organizzare le azioni che terminano poi in una conclusione; nessuno come i gialloblù, inoltre, concede così tanti fraseggi pericolosi agli avversari, in special modo nel terzo difensivo crociato (dunque perdendo palla nella zona più rischiosa, permettendo le transizioni brevi rivali), a testimonianza di una qual certa modestia tecnica, oltre che tattica, della mediana. Con 42 gol subiti (27 dei quali nei secondi tempi, addirittura 5 oltre il 90′), il Parma si mantiene 2ª peggior difesa della Serie A; più battuto è solo l’Hellas Verona (48), per altro unica ad aver subito almeno 3 reti in più occasioni del Parma (10 a 9). A questo, in campo statistico, si aggiunge l’underperformance – anche sfortunata – degli attaccanti: Mihaila (4°, a -2,19) e Bonny (14°, -0,82) sono entrambi tra i peggiori 20 nella differenza tra gol realizzati e gol previsti, peggio solo la Juve, con 3 calciatori. Da segnalare anche la presenza di Krstović (11°, -1,26), immarcabile per Valenti e compagni.
MERCATO: LECCE DOCET Il confronto col Lecce si può estendere anche in ambito calciomercato: includendo la sessione che sta per concludersi, dall’insediamento di Krause il Parma risulta la 9ª squadra professionista per spese effettuate (208,71 milioni per 211 acquisti dalla stagione ’20/’21) a fronte di 40,15 milioni incassati (21ª) da 206 cessioni. Nel complesso, il saldo recita -168,56 milioni, 3° bilancio più negativo dopo i maxi asset Juve e Milan. E il Lecce? Forse, Corvino è stato dato per bollito un po’ troppo presto, visto che al +25,44 milioni di saldo (10° più alto tra le “pro”) si aggiungeranno i 37 e rotti dalla cessione di Dorgu – in panchina per 90′ contro il Parma – frutto di 69,89 milioni di entrate (19ª) contro i 44,45 di spese (25ª). Non si può, dunque, dar torto al ds Pederzoli che, in conferenza, ha rivendicato di «aver già fatto parecchio», sebbene questo “parecchio” continui a non vedersi nei risultati. «Non multa, sed multum» dicevano i latini. Intanto, i tifosi contestavano, sotto gli occhi del neo-ad Cherubini (auguri), la prestazione brancaleonesca dei loro beniamini.
TESTA PESANTE Che fine ha fatto la leggerezza tanto spesso declamata dall’allenatore della promozione? Svanita nei nemmeno 120” trascorsi tra l’1-0 di Valeri e il pari di Krstovic? Schiacciata dal peso di un campionato di cui forse nessuno aveva saputo prevedere l’insostenibilità (bilancio incluso)? Rimane, tuttavia, che i giochi sono lontani dal chiudersi: il Parma mai, finora, era stato nel fondo della terzultima posizione. Il ko con il Lecce ha fatto toccare il fondo, ma bisogna sporcarsi prima di ricoprirsi di gloria. Restano 45 punti a disposizione da qui alla 38ª giornata: per salvarsi ne potrebbero bastare poco più di un terzo esatto. Nulla è perduto.