Puntuale come ogni lunedì torna “Il Gede Risponde”, la storica rubrica di Sportparma.com firmata dall’ex tecnico crociato Pietro Gedeone Carmignani.
In questa puntata si parlerà dell’ennesimo passo falso del Parma contro il Genoa che suona come un condanna e del resto della 28a giornata del campionato di serie A che ha visto la clamorosa vittoria del Benevento in casa della Juventus.
Sono passati tre giorni dalla sconfitta col Genoa, ma la rabbia e la delusione non sono ancora andate via. Perché il Parma si fa sempre rimontare?
“E’ una stagione in cui gira tutto male. E’ logico che ci sono delle lacune, la squadra viene sempre rimontata dopo aver giocato e lottato. E pensare che il gol spettacolare di Pellè era stato il giusto premio al dominio del Parma che sin da subito era entrato in partita, mentalmente e tatticamente; pressava alto, ripartiva velocemente e faceva un calcio propositivo. Sembrava un nuovo corso.
Il Genoa è rimasto sorpreso, la reazione è arrivata sulla fascia destra grazie a Zappacosta e dopo gli cambi di Ballardini. Il Genoa ha cambiato due giocatori e ha svoltato. Prima della doppietta di Scamacca le occasioni migliori le ha avute il Parma. Nella ripresa la gara è diventata molto fisica, ma il Parma ha fatto più del Genoa. Risultato ingiusto”.
Forse il Parma ha speso tanto nel primo tempo?
“Nel secondo tempo i ritmi e la partita si sono riequilibrati, anche perché era difficile mantenere quei ritmi per 90 minuti, anche se il Parma ha avuto diverse occasioni favorevoli, sicuramente più dell’avversario. Comunque, il Parma ha perso troppe occasioni. C’è troppa apprensione e poca serenità, la squadra viene sempre rimontata. Il secondo tempo è sempre diverso dal primo. Comunque, io non ho visto un cedimento fisico, ma mentale”.
Quanto pesa realmente l’aspetto mentale in una situazione di classifica come quella del Parma?
“Sono convinto che il pareggio col Sassuolo abbia cambiato la stagione dei crociati. Le vittorie non sono solo i tre punti, ma anche e soprattutto ti portano convinzione e autostima. La gente parla sempre di qualità e tecnica, ma la condizione psicofisica è fondamentale. Una vittoria ti fa lavorare ben tutta la settimana, a differenza di una sconfitta e di continue rimonte”.
Come giudica l’inserimento di Pellè negli schemi di D’Aversa?
“Pellè è una presenza importante in area di rigore, apre soluzioni, fa movimento e fa gol. Gli attaccanti sono l’espressione di tante cose ma soprattutto di individualità. Il giocatore che sa tirare, che sa cogliere l’attimo giusto, fa la differenza. Pellè è un’arma importante per il Parma, i problemi sono altrove”.
Ci sono ancora speranze salvezza?
“Purtroppo le buone prestazioni non bastano più perché la classifica si fa sempre più pesante. Certo, le sconfitte di Cagliari e Torino lasciano il discorso ancora aperto: 4 punti di distacco non sono tanti ma bisogna fare punti. E’ vero che Benevento Spezia hanno vinto, ma la corsa del Parma è sul Torino; solo sul Toro. La matematica dice che c’è ancora speranza, la salvezza è ancora possibile, purché la squadra cominci a vincere e fare punti con continuità”.
La 28a giornata di serie A ha sancito l’uscita definitiva della Juventus dalla corsa scudetto e il fallimento dell’era Pirlo?
“La Juventus ha avuto difficoltà a superare l’intensità del Benevento a centrocampo e poi in fase offensiva; la Juve aveva difficoltà in attacco con gli attaccanti che spesso si ostacolavano e occupavano gli stessi spazi. La Juve ha avuto diverse occasioni, ci mancherebbe altro, ma il gol subito se lo è confezionata da sola. Il Benevento ha vinto soffrendo e lottando, è la seconda vittoria del 2021: ha dato un calcio alla crisi. E’ una grande impresa anche se questa Juve dimostra di essere piccola. Agnelli è un grande dirigente, ma la scelta di Pirlo non ha pagato: si è fidato della persona e del giocatore, non dell’allenatore, perché non c’era un precedente. Il progetto è triennale, ma ora il progetto potrebbe essere rivisto. Pirlo è bravo ma l’inizio è sempre difficile per chiunque cominci a fare questo mestiere”.
Grandi segnali dal Milan…
“Bella partita, giocata bene da entrambe le squadre, con fasi di supremazia alternata. Le situazioni si capovolgevano continuamente, c’è stata corsa, agonismo, intensità, tattica e cinque gol, oltre a due traverse. L’ha vinta il Milan perché l’ha voluta fortemente, ha saputo reagire come sempre ha fatto dopo una sconfitta a testimonianza della coesione del gruppo. Pioli sta recuperando giocatori importanti e ora può fare cambi determinanti. Buona prestazione della Fiorentina anche se gli manca ancora continuità nei risultati”.
La Roma stecca l’ennesimo big match della stagione…
“Primo tempo imbarazzante della Roma, è stata sovrastata dal Napoli. Le assenze importanti sono un alibi, ma la partita è stata in mano ai partenopei che hanno meritato il doppio vantaggio. La squadra di Fonseca, nel primo tempo, non riusciva ad uscire dalla propria metà campo. Il Napoli si sta ritrovando, ha fatto una partita simile a quella contro il Milan. Nel secondo tempo la Roma ha giocato alla pari ed è stata sfortunata, vedi l’incrocio dei pali colpito da Pellegrini, ma sostanzialmente ha avuto solo il possesso palla e solo qualche occasione. La Roma non vince con le grandi e questo la dice lunga, gli manca il passo di qualità, ma non dimentichiamoci che è l’unica italiana in Europa”.
Il maestro Gasperini ha superato l’allievo Juric. Questa Atalanta è da Champions?
“Gasperini ha fatto una cosa che aveva provato poche volte, la difesa a 4 dall’inizio e ha sorpreso il suo ex allievo Juric. Il Verona ha giocato come sempre, con agonismo e pressing, uomo contro uomo, ma la superiorità tecnica dei giocatori dell’Atalanta ha fatto la differenza; ha creato tanto oltre ai due gol, il Verona non ha fatto neanche un tiro in porta nel primo tempo. Zapata straordinario, ma perché non ha giocato in Champions? Nel secondo tempo Juric ha cambiato uomini ma non c’è stato verso di rientrare in partita. L’Atalanta ha risposto con Ilicic e Muriel”.
Infine la lotta salvezza: la sconfitta del Crotone e la vittoria dello Spezia suonano come due verdetti anticipati?
“Partiamo dal Torino che non ha saputo approfittare della sconfitta del Cagliari e ha perso malamente a Marassi; Nicola ha provato a riprendere la gara nel secondo tempo schierando un Toro super offensivo ma non è riuscito nella reazione che gli ha permesso di recuperare la gara col Sassuolo. Forse ha pagato un po’ di stanchezza per le tre gare settimanali. La Samp era la squadra ad aver fatto meno punti di tutti nelle ultime 5, offuscando la sua bella classifica. Ora con questi tre punti ritrova tranquillità e serenità.
Il Crotone ha giocato con determinazione e ardore ma non ha saputo difendere il doppio vantaggio col Bologna, dimostrando tutta la sua debolezza difensiva, ha subito 70 gol.
E arriviamo allo scontro diretto Spezia-Cagliari: i sardi hanno giocato bene a ritmi elevati, tanta fisicità ma anche qualità su entrambe i fronti. Nel secondo tempo ha preso il sopravvento lo Spezia che poi ha saputo resistere al ritorno dei sardi. Il Cagliari ha avuto una reazione veemente ma tardiva. Il merito di Italiano è col suo lavoro migliora il lavoro della squadra e fa crescere giocatori, la con vocazione di Ricci in Nazionale è la conferma. Ad inizio stagione nessuno avrebbe pensato che a questo punto del campionato lo Spezia sarebbe stato in questa posizione di classifica. Complimenti”.