Le statistiche del giorno dopo Parma-Genoa fanno salire un brivido lungo la schiena. A far più scalpore non è tanto l’ennesimo exploit di una diretta concorrente, ma il numero dei turi in porta.
Se il Grifone è riuscito a sbancare il “Tardini” – battendo per due volte di fila in Serie A per la seconda volta nella sua storia (dopo i due successi ottenuti contro i gialloblu tra il 2014 e il 2015) – è stato grazie anche alla scarsa pericolosità del fronte offensivo degli uomini di mister Pecchia, che non hanno mai sporcato i guantoni del portiere rossoblù Leali, pur calciando 13 volte. Due in meno dei liguri.
Il dato è emblematico, 0 tiri nello specchio della porta ospite (contro i 7 portati da Pinamonti e soci): era capitato soltanto lo scorso 6 ottobre nel derby dell’Emilia, seppur in parte. Nel precedente del derby di Bologna, infatti, il Parma non aveva effettuato neppure un tiro in porta nel primo tempo: ma nella ripresa, seppour giocata interamente in inferiorità numerica per il rosso a Coulibaly, erano arrivate un paio di occasioni per Mihaila, che aveva costretto Ravaglia a una grande parata nel finale.
E proprio il rumeno in maglia numero 28, fragorosamente fischiato al momento della sua uscita al 37′ della ripresa, ieri sera è stato protagonista, in una serata no, di un dato statistico che almeno può consolarlo: “Vale”, stando ai dati Opta, è stato il primo calciatore del Parma che ha terminato un match di Serie A con più di 10 duelli vinti e più di 5 contrasti effettuati (12+7) a partire da Juraj Kucka, che ci era riuscito il 7 novembre 2020 contro la Fiorentina (14+10). Segno che l’agonismo, almeno, non è mancato. Ma un po’ di lucidità sì. Per vincere serviranno anche le conclusioni (in porta) vincenti, di Mihaila e dei suoi compagni.