Ci sono migliaia di addetti ai lavori e tifosi del pianeta calcio in attesa di un’ufficialità. A porte aperte o a porte chiuse? Il ventaglio delle “soluzioni” alternative è ampio: partite rinviate, trasferte libere o vietate, dirette tv in chiaro o solo a pagamento, biglietti e abbonamenti rimborsati, giornalisti ammessi o non ammessi, biglietterie aperte o chiuse? Una marea di punti interrogativi che al momento non conoscono risposte certe, complice l’imbarazzante silenzio della Lega serie A che fino alle ore 16 di oggi non ha ancora preso una posizione ufficiale e non ha inviato comunicazioni alle 20 società partecipanti al campionato di serie A, Parma compreso. Tant’è che la sfida in programma domenica pomeriggio al Tardini contro la Spal (fischio d’inizio ore 15) è avvolta nel mistero. Stando alle disposizioni delle regione Emilia Romagna (leggi qui) la gara dovrebbe giocarsi solo a porte chiuse, come se i 22 giocatori in campo non corressero alcun rischio di contagio. Degli highlander indistruttibili, immuni a tutto e tutti. Dunque, botteghini e cancelli chiusi per tutti, compresi i giornalisti, come avverrà questa sera in occasione di Inter-Ludogorets (Europa League). E’ questa la tesi più probabile a tre giorni dal fischio d’inizio di Parma-Spal.
Il risultato di queste (non) scelte è imbarazzante: 5 gare di serie A a porte aperte e 5 a porte chiuse. Chi potrà contare sui propri tifosi e chi no.
C’è chi fa pressioni per giocare e chi per rinviare. Chi si appella al Codacons e alla varie associazioni dei consumatori. Chi non si mette d’accordo per le date dei recuperi, chi non si esprime e chi aspetta una decisione ufficiale. Intanto sui siti e sulle pagine social di Lega serie A e Figc si parla di altro: Nations League, Europei 2020, corsi scouting e designazioni arbitrali. Un delirio.
Davanti a tutto questo caos il Ministero dello Sport rilascia dichiarazioni qua e là e il governo del calcio si adegua. E le società restano in balia del niente. E’ (anche) il caso di Parma-Spal.