Eccolo il regalo presidenziale per Pietro Pizzarotti: un 2-1 a Torino firmato Gervinho e Inglese. Roba da stropicciarsi gli occhi. Un Parma brillante, furbo, agguerrito, veloce e organizzatissimo. Con Roberto D’Aversa nelle vesti di direttore d’orchestra, a modellar e gestire una squadra che ha nel proprio dna il contropiede e il sacrificio, elementi essenziali per sopperire alla differenza tecnica contro avversari come il Torino, costruito per l’Europa League. Caratteristiche che hanno azzerato queste differenze e portato il Parma a raggiungere il Toro in classifica (17 punti), lassù dove soffia il vento dell’Europa. E dove nessuno avrebbe mai immaginato di essere ad inizio stagione. E, soprattutto, dopo la mini crisi di risultati (1 punto nelle ultime 3 gare) e di gol in cui era incappata la squadra di D’Aversa, tanto da accendere le prime sterili polemiche.
Oggi a Torino si è visto un grande Parma e il tecnico ha la sua buona fetta di meriti, perché Bastoni, Biabiany e Scozzarella per la prima volta titolari, sono scelte coraggiose ma consapevoli. Scelte che confermano la bontà del lavoro fatto dal ds Faggiano in un’estate tormentata dal caso sms (non dimentichiamolo). Una squadra che col passare del tempo sta ritrovando i suoi pezzi pregiati, luccicanti come l’oro: oggi abbiamo capito veramente cosa significa poter giocare con un tridente comporto da Biabiany, Inglese e Gervinho. Cosa significa poter contare su gente affamata come Gagliolo, Barillà e Scozzarella, giocatori che fino a ieri la serie A era un mezzo miraggio.
Il capolavoro tattico, favorito senza dubbio dal gol iniziale che ha mandato il tilt gli avversari, lo aveva anticipato D’Aversa ieri, quando parlava di giocatori di “gamba”. La partita l’aveva preparata così come l’abbiamo vista: infilzare il Toro in contropiede, sfruttando la velocità (gamba) di giocatori agili e portatori di palla, proprio come Biabiany e Gervinho; con gli interni di centrocampo che hanno fatto un gran lavoro in copertura e Inglese a sgomitare contro i tre centrali granata. Guerriglia nella propria metà campo, bombardamenti saltuari ma letali in quella avversaria. Il Torino non ci ha capito granchè, Belotti ha trascorso più tempo fuori dall’area, mentre a centrocampo la luce è rimasta sempre spenta. E nel finale, quando tutti si aspettavano il forcing asfissiante della squadra di Mazzarri, è stato Gagliolo a sfiorare due volte il terzo gol (decisivo Sirigu).
Per il Parma è la terza vittoria esterna; 9 dei 12 gol complessivi sono arrivati nel primo tempo. E questa volta Sepe ha compiuto non più di due parate, tra l’altro di media difficoltà. Numeri che esaltano l’impresa del Parma. Il regalo perfetto per il presidente Pizzarotti.