Novantasei minuti di assedio non sono serviti per abbattere il muro eretto dal Cesena. Finisce a reti bianche (0-0), tra sbadigli incredulità generale. Una partita d’altri tempi quella interpretata dalla squadra di Castori che ha pensato solo ed esclusivamente a non far giocare il Parma, con un centrocampo folto, che raddoppiava sempre, e una difesa arcigna; i romagnoli hanno rinunciato a fare il pressing in alcune zone del campo, pur di non scoprirsi e commettere errori decisivi. Il Parma ha provato varie soluzioni, i cross, gli sfondamenti laterali e centrali, i dribbling, le conclusioni da fuori, i calci da fermo… Niente di niente. E quando Insigne (2 volte), Scavone e Baraye sono riusciti a centrare lo specchio della porta hanno trovato un ottimo Fulignati. Il bello è che nel finale poteva arrivare anche la beffa, con un paio di contropiedi pericolosi che Lucarelli e soci sono riusciti a fermare in qualche modo.
E’ uno 0-0 che non vale il prezzo del biglietto, sicuramente, ma è pur sempre un punto. Il Parma ha dato tutto, pur con i suoi limiti e la sua testardaggine. Ma trovare spazi nell’affollata metà campo avversaria era quasi impossibile. I limiti sono le assenze, Calaiò e Ceravolo. Senza una punta di ruolo, un animale da area di rigore, può non avere senso crossare e fare un certo tipo di gioco.
Di occasioni ce ne sono state poche, ma i crociati hanno fatto e creato molto di più, tant’è che Frattali ha compiuto solo mezza parata in tutta la partita.
Per sbloccare partite del genere serve una magia, un’invenzione. Ci hanno provato Insigne e Di Gaduio, ma la verità è che in questo momento al manca l’uomo della provvidenza, quello che ti fa fare il salto di qualità e ti risolve partite brutte e scorbutiche come queste.
Le note dolenti arrivano dagli altri campi: Palermo e Bari vincono e allungano in classifica. E’ prematuro parlare di fuga siciliana, 4 punti non sono un distacco che genera paura.