Brutti e belli. Arrabbiati e increduli. Un mix di sensazioni che non cambiano l’esito finale di una partita che ha confermato pregi e difetti del Parma targato D’Aversa. E’ 1-1, ma non un pareggio qualunque, anzi: gli episodi e i fatti salienti sono tanti e probabilmente non rendono giustizia ai crociati che, a dire il vero, pur non brillando nell’estetica, hanno creato più occasioni dei siciliani che, non va dimenticato nell’analisi complessiva della gara, erano privi di 7 nazionali, tra cui l’attaccante macedone Nestorivski, il pezzo pregiato di Zamparini. Detto questo, addentriamoci nelle dinamiche di una partita dai due volti.
Il primo tempo del Parma è stato sottotono, con la corsia sinistra difensiva presa d’assalto dalla coppia di assalitori Rispoli-Embalo, senza che Germoni, o chi per lui, riuscisse a trovare adeguate contromisure. Il centrocampo è apparso fragile come un grissino, Di Gaudio e Baraye incapaci di dare profondità a tutta la squadra. Palermo più bello da vedere, ma nella ripresa si è sgonfiato, anche a causa delle non perfette condizioni fisiche di alcuni uomini chiave, Coronado su tutti.
Ma la svolta l’ha data il Parma, entrato dagli spogliatoi con un piglio diverso, sebbene nei primi 45 minuti sui piedi di Calaiò siano comunque capitate due limpide palle gol che per sua sfortuna hanno trovato l’opposizione di Pomini, il migliore dei suoi. Detto questo, il secondo tempo ha suonato un’altra musica e ha trasformato i crociati: più pungenti, più efficaci e pratici nell’arrivare in zona tiro. I cambi hanno influito poco (vedi Siligardi e Nocciolini), è stata la testa dei giocatori a cambiare. Il gol di Gagliolo, l’ennesimo su palla inattiva,è l’inizio di una scalata che resterà incompiuta anche per colpa dell’arbitro che prima giudica regolare un intervento in area di Morganella su Baraye e poi annulla il secondo gol di Gagliolo per un “imprecisato” fallo di mischia in area rosanero. Non è l’unico rammarico della partita, perché poco prima Nocciolini, ben lanciato da Dezi, poteva metterci più rabbia nel destro scagliato addosso al portiere (a tu per tu).
D’Aversa recrimina, Tedino dice di aver visto un’altra partita (ma fino a che punto?). La realtà dei fatti è che il Parma ha creato più occasioni, il Palermo più gioco (29 minuti di possesso palla contro i 25 del Parma). Pomini decisivo, Frattali un po’ meno, perché il tiro di La Gumina non è sembrato imparabile.
Il Parma paga un brutto primo tempo, tutti qui (arbitro a parte). Che serva da lezione. Con un Palermo così incerottato, bisognava osare di più sin dall’inizio.
Il post scriptum è per capitan Lucarelli: la rovesciata in pieno recupero è da manuale del calcio, un gesto che potrebbe consigliare le figurine Panini a ridisegnare la sua storica copertina. Sfortuna maledetta, la traversa gli ha negato quello che probabilmente sarebbe stato il gol più bello della sua carriera. Ci riproverà, ne siamo convinti.
(Nella foto l’autore del gol Riccardo Gagliolo – Foto ParmaCalcio1913)