Parma Calcio
Chivu: «Riusciti a riaccendere la speranza». Italiano: «Quello non è mai rigore»
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Dalla sala stampa dello stadio “Tardini”, le dichiarazioni a caldo del post Parma-Bologna (clicca qui per leggere le pagelle).
A rispondere alle domande dei giornalisti presenti in conferenza i due allenatori Cristian Chivu e Vincenzo Italiano, a cui non sono state fatte arrivare domande dai giornalisti di Parma – formalmente per limiti temporali imposti dal Lega Serie A, superati da quelli già concessi ai numerosi colleghi bolognesi.
A rappresentare i giocatori crociati anche Simon Sohm per la seconda volta consecutiva.
CHIVU «Grazie per i complimenti, ma questi vanno fatti a Fabio Pecchia, all’uomo Fabio Pecchia, per quello che ha fatto in questi anni a Parma e per il pubblico di Parma. Noi siamo stati fortunati a trovare una squadra pronta, fisicamente in grado di affrontare una partita del genere. Affrontare il Bologna non è semplice, per nessuna squadra di Serie A, loro sono una squadra costruita e attrezzata per giocare la Champions. Per quanto riguarda lo spirito di sacrificio, l’anima, abbiamo cercato di riaccenderla perché i ragazzi arrivavano da un paio di partite dove non si vinceva e non si faceva gol, in più erano sei partite in cui si subiva. I ragazzi hanno risposto molto bene, perché si sono calati subito in questa realtà: fare punti per la salvezza.
Abbiamo cercato di togliere un po’ di riferimenti al Bologna, di dare loro quello in cui si sentono un po’ meno forti, anche se è difficile trovarne al Bologna. Abbiamo giocato un po’ più sulle ripartenze, il gioco non è stato forse quello che volevamo, ma in questo momento conta poco, in questo momento non conta il bello, serve fare punti per mantenere questa categoria, per la salvezza. Complimenti ai giocatori per lo spirito di sacrificio e quella voglia di fare densità e quello che ci voleva per non subire gol: il Bologna ha fatto 1 tiro in porta nonostante il dominio. Credo che faccia parte della “cucina interna” quello che ho detto ai giocatori: sì ho parlato loro tanto, ma si cerca sempre di trovare la maniera giusta. Colgo l’occasione per ringraziare il pubblico di Parma, meraviglioso per come ci ha sostenuto oggi in quello che era in vero e proprio derby. Questa squadra ha avuto, ha bisogno di supporto anche morale perché viveva un momento difficile. Quando l’autostima non c’è, serve più trasmettere qualcosa per riaccendere lo spirito giusto, quello che serve in Serie A. Mi auguro che questa vittoria ci dia qualcosa che serve per continuare.
Il merito per la partita di oggi è tutto dei ragazzi, lo staff va a toccare un po’ i tasti giusti per farli calare in una situazione, che non è drammatica. Un allenatore può incidere poco, ribadisco i complimenti a Fabio Pecchia. Sulle fasce volevamo creare un po’ di densità, un po’ di equilibrio, per togliere un po’ di quelle rotazioni che conosciamo che il Bologna fa. I complimenti vengono fatti ai difensori perché contro una squadra che riempie l’area tanto, loro si sono comportati molto bene. Complimenti che vanno fatti anche ai subentrati e quelli che sono rimasti in panchina, perché non è mai facile non giocare. Qualche cosa siamo riusciti a riaccendere, qualche speranza. Sappiamo che il lavoro, quando fatto bene, paga.
Dopo l’uscita di Adrian, che oggi avevamo pensato di spostare un po’ più avanti perché volevamo fare qualcosa in più in rifinitura. Keita era partito da play, poi era andato a fare la mezz’ala, quindi per lui questa situazione è venuta un po’ difficile.
Io non sono mago Merlino, non mi comporto come tale: si cerca di dare cose giuste, cose chiare da fare, non si può stravolgere tutto in così poco tempo. Bravi i giocatori a capire velocemente quelle che sono state le nostre idee e fare quello che volevamo facessero oggi. Sulla tattica odierna, ci si cala subito nella realtà di quella che è una classifica non a nostro favore, poi si può sempre fare meglio, ma oggi prendiamoci i punti. I nostri esterni scendevano, sia Pontus (Almqvist, ndr) che Matteo (Cancellieri, ndr) in maniera assoluta, a rinforzare la linea già a 4 perché i loro terzini attaccavano».
ITALIANO «Impegno c’è stato, approccio c’è stato, la partita l’abbiamo giocata come ci aspettavamo. Eravamo sicuri che il loro allenatore, in 3 giorni, non potesse stravolgere il lavoro di tre anni e mezzo. Ci aspettavamo loro chiusi in linee strette per ripartire, ma l’abbiamo lavorata in maniera ottimale. Da un bel po’ non ci capitava una squadra che difendeva in questo modo, ci è mancata la stoccata dagli ultimi metri ma quello che non abbiamo fatto bene è stato il secondo tempo, con tutte le linee di passaggio chiuse e la squadra abbottonata lì dietro. C’è stato tutto tranne la qualità e la conclusione che serve per vincere la partita. Il fallo di Cancellieri? Giudicatelo voi. Io voglio parlare del calcio di rigore: se c’è uniformità questi sono sempre calci di rigore. Se un difendente che corre dentro l’area di rigore e il pallone gli colpisce il braccio, quello non è calcio di rigore. Invece se un difensore allunga il braccio per interrompere la linea di passaggio, allora è rigore. Ma se Beukema sta con Bonny e la palla gli colpisce il braccio, non è mai rigore. Però se questa è la regola, l’arbitro ha fatto bene a fischiare. Nonostante noi fossimo in una giornata negativa, con qualche defezione che ci toglie qualità, andare in vantaggio di un uomo poteva crearci quell’occasione che non abbiamo saputo crearci noi. Sulla mancata espulsione di Cancellieri, dovete chiamare l’arbitro e chiedere lui, io dico solo che è stato bravo l’allenatore del Parma a cambiarlo subito dopo l’episodio. Oggi, rispetto alle altre due trasferte, abbiamo fatto molto, molto, molto meglio. Nel primo tempo abbiamo fatto meglio addirittura che nella partita col Torino. Poi, quando siamo lontani dal nostro stadio, non siamo capaci di creare le occasioni, puoi concedere le occasioni a una squadra così, come quella in cui hanno trovato il secondo gol. Va analizzato perché nel secondo tempo non siamo riusciti a fare di più. Comunque perdiamo dopo 15 partite, in termini di dominio da un bel po’ non ci capitava di fare una partita così».
SOHM «Penso di sì, oggi abbiamo visto un’altra squadra. Più compatti, abbiamo difeso molto bene, tutti insieme e abbiamo avuto anche un po’ di fortuna. Abbiamo fatto punti, questa è la cosa più importante. Abbiamo giocato con un centrocampista più basso e due mezze ali, adesso andiamo avanti così. Dopo 18 partite consecutive da 90′, l’energia l’avevo sia nella testa che nelle gambe, oggi ero un po’ stanco ma se vogliamo fare questo sprint dobbiamo fare così. Il mister ha parlato tanto con ognuno, ha detto che abbiamo una squadra forte e dobbiamo metterlo sul campo nel weekend, dobbiamo attaccare e difendere insieme, compatti. Non so quale sia il ruolo migliore per me, io gioco dove vuole il mister: un po’ più basso o un po’ più alto».
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