Tre figli del Parma Fc tornano a casa, per un sabato speciale (Parma-Cagliari), tra ricordi, emozioni e sogni futuri. Alberto Cerri, Luca Cigarini e Daniele Dessena (in ordine alfabetico): tre prodotti dell’ex fiorente vivaio gialloblù. Tre ragazzotti cresciuti tra il Tardini e il Centro Sportivo. Storie che si intrecciano, tra sorrisi e lacrime, applausi e fischi. Ma anche incomprensioni e fallimenti societari (2015) che hanno sperperato un patrimonio di inestimabile valore, quello del settore giovanile.
Cerri (22 anni) e Dessena (31 anni) sono parmigiani doc cresciuti a “colpi” di cappelletti e salame, come si faceva una volta. Due che in campo hanno sempre dato tutto, affamati di calcio e successo. Attaccante il primo, centrocampista il secondo: Cerri ha esordito in A con la maglia crociata a soli 16 anni, portandosi dietro una scia di referenze e recensioni molto positive; era il 30 marzo 2013 (Parma-Pescara 3-0), pochi giorni prima aveva vinto il titolo di capocannoniere al prestigioso Torneo di Viareggio (6 gol in 4 partite).
Dessena ha esordito in A e in Coppa Uefa a 17 anni (27 febbraio 2005), indossando le vesti del terzino destro, lui che ha sempre fatto il centrocampista, nel famoso spareggio salvezza contro il Bologna. Una prestazione tutta rabbia e orgoglio (parmigiano) che fece innamorare anche i tifosi più scettici.
Qulla di Cigarini è storia in fotocopia: esordio in A a 19 anni, il 17 settembre 2005 in Parma-Empoli (2-0); ma è l’anno successivo che trova il trampolino di lancio, diventando titolare con Claudio Ranieri in panchina.
Cerri, Cigarini e Dessena oggi sono tre giocatori del Cagliari, oltre che buoni amici. Il Parma resta nel cuore, ma sabato al Tardini daranno battaglia, come sempre. Tre che hanno già fatto male al Parma in passato, con gol, mancate esultanze (Cerri) e gesti plateali (Dessena) che hanno acceso le polemiche e le incomprensioni, offuscando una storia che non meritava un epilogo del genere.
Nella sessione estiva del calciomercato, due di loro, Cerri e Cigarini, sono stati accostati più volte al Parma. Il sogno dei diretti interessati e di molti tifosi. Trattative superficiali, ma niente di concreto, anche per problemi di portafoglio.
Sabato sarà un altro capitolo, ma di sicuro il Tardini è (stato) anche casa loro. Perché è solo colpa delle plusvalenze, dei malaffari e del fallimento se il legame di sangue con la maglia crociata si è interrotto.