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Calcio Serie A

Dimissioni e fallimenti

Dimissioni e fallimenti

Tutti a casa. L'Italia stessa il secondo mondiale consecutivo e recita il solito e tardivo mea culpa. Il progetto Prandelli è fallito, così come la spasmodica ricerca di copiare il tiki-taka spagnolo, senza una punta di riferimento …

… e quindi senza un’ariete d’area di rigore: naufragio totale e incapacità di costruire un’identità trattica e un gruppo con una logica ben precisa. Prima il super difensivo 4-1-4-1, poi l’italianissimo 3-5-2 che solo pochi mesi prima aveva eliminato i club italiani dalla comeptizioni europee.

Prandelli e Abete si sono dimessi, come è giusto che sia dopo il fallimento brasiliano, ora il futuro dell’Italia è tutto da costruire.

Il tris crociato composto da Cassano, Paletta e Parolo fa le valigie e torna in Emilia, anche se il claciomercato potrebbe cambiare le carte in tavola. I tre giocatori del Parma non hanno certo brillato in Brasile, ma le colpe non sono solo personali, perché la sensazione diffusa è che questa volta Prandelli abbia sbagliato molto, nella scelta dei giocatori, fino alla formazione titolare. La bocciatura di Paletta, ad esempio, è stata plateale: dopo la sfida con l’Inghilterra, il difensore oriundo è stato parcheggiato in panchina; ma da quel giorno l’Italia non ha più vinto. Parolo ha giocato due spezzoni di secondo tempo e nient’altro. Discorso a parte merita Cassano, perché l’Italia intera si aspettava una genialatà, un’invenzione, che non è mai arrivata; forse perché Cassano non è un giocatore da partita in corsa, ma semplicemente un attore principale.

E così il Mondiale rischia di diventare anche un marchio dequalificante per i tre giocatori del Parma, perché la speranza di accrescere il loro valore di mercato è fallita misermante. Anche se tutto questo non cancellerà la straordinaria stagione 2013-14 che ha catapultato il Parma di Donadoni al sesto posto in classifica.

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