Mancano cinque giorni alla sentenza dell'Alta Corte del Coni (l'ultimo grado di giudizio) in merito al ricorso presentato dal Parma per ottenere la licenza Uefa e, quindi, poter disputare i preliminari di Europa League (la prima partita si gioca il 30 luglio). Un'attesa snervante che ha smorzato i toni della festa crociata, purtroppo.
In questi giorni non si parla d’altro: Irpef, stipendi, Figc, Uefa, precedenti e avvocati specializzati. Un calderone pieno di pareri e opinioni, come spesso accade in Italia. Di tutto e di più. Così come i numerosi sospetti che circolano in città e provincia, perchè molti tifosi, ma anche alcuni addetti ai lavori, sono convinti che dietro l’esclusione del Parma dalle competizioni europee, ci sia una volontà “politica”. Qualcosa di strano, di impercettibile ad occhio nudo, anche perché la somma contestata si riferisce a giocatori che non fanno parte dell’attuale rosa del club. Eppure il comportamento della Figc è molto strano, ai limiti della decenza. Così come le dichiarazioni rilasciate dal presidente Giancarlo Abete qualche giorno fa (“…bisogna considerare che i meccanismi delle licenze Uefa sono più rigidi di quelli nazionali…”). Parole pronunciate da un uomo che ha attraversato i sentieri burrascosi di calciopoli e scommessopoli, senza mai accorgersi di nulla, se non dopo le inchieste e gli arresti della Procura di Cremona. Ora Abete fa il duro con il Parma per 300mila euro. Sì, perché è la Figc che agisce per conto dell’Uefa. La legge va rispettata, ci mancherebbe altro, ma è inutile fare i finti moralisti.
Tommaso Ghirardi ha minacciato di abbandonare il calcio nel caso in cui il Coni dovesse confermare la sentenza della Figc. Un rischio altissimo per un intero territorio.
Ecco cosa dice il manuale vigente in merito alla concessione della licenza Uefa: