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Calcio Serie A

Gioiellini e intuizioni, i ricordi dell'ex Zamagna: Tornare al Tardini è una festa

Gioiellini e intuizioni, i ricordi dell'ex Zamagna: Tornare al Tardini è una festa

Ci sono personaggi, volti ed espressioni che restano scritti con un inchiostro indelebile nella memoria di un club. Ricordi di un passato che non si ingialliscono, neanche con il passare del tempo. Due anni, nel mondo del calcio, sono un’eternità , eppure sembra ieri:

estate 2009, Gabriele Zamagna lascia il Parma dopo sette anni di scalate, dai campi spelacchiati del settore giovanile alla scrivania di direttore sportivo.
Un percorso iniziato nel 2002, grazie all’intuizione di Arrigo Sacchi che lo portò a Parma insieme a Ballardini. Fu il responsabile del settore giovanile, il custode di un tesoro milionario, perché sotto la gestione Zamagna sbocciarono gioiellini come Giuseppe Rossi, Luca Cigarini e Daniele Dessena. Poi gli il crac Parmalat e l’autogestione Bondi-Angiolini cambiarono (o accelerarono) il percorso professionale di Gabriele Zamgna, oggi direttore sportivo dell’Atalanta dei “miracoli” (senza i 6 punti di penalizzazione sarebbe al secondo posto in classifica).
Il legame con Parma, però, è rimasto forte, tant’è che quando il lunedì parte dalla sua Rimini per tornare a Bergamo, fa sosta all’autogrill parmigiano dell’A1. «Prendo un caffè e do un’occhiata ai giornali di Parma, per tenermi informato» racconta al telefono Zamagna. Domenica pomeriggio potrà spingersi un po’ più in là dell’autogrill, alle 15 al Tardini, infatti, si gioca Atalanta-Parma. Per lui è la prima volta da avversario: «Per me Parma è una pagina bellissima della mia vita professionale e privata. Tornare al Tardini è una festa. Sono rimasto in ottimi rapporti con tutti e ho ancora tanti amici che sento spesso». Compreso Tommaso Ghirardi? «Ovviamente sì, la famiglia Ghirardi mi ha sempre trattato molto bene. Dopo la vittoria dell’Atalanta a Portogruaro, che sancì la promozione in A dell’Atalanta, Ghirardi mi chiamò al telefono e mi fece i complimenti. Un bel gesto. In fondo ci siamo lasciati in modo sereno, ma dopo 7 anni avevo capito che era finito un ciclo».

Parma, Rimini e ora l’Atalanta. A Bergamo c’è un altro ex, è Luca Cigarini (fresco di convocazione in Nazionale), uno dei tanti gioielli dell’era Zamagna; un fedelissimo del direttore sportivo riminese, il quale sin dall’inizio della sua carriera ha sempre avuto il coraggio di puntare sui giovani, senza alcun timore. Una rarità in serie A. «Cigarini, G.Rossi, Dessena, M.Rossi, Rosina, Ruopolo, Paponi e Porcari ci hanno regalato tante soddisfazioni. Erano altri tempi e la situazione era molto delicata. Quando Angiolini mi chiamò per ricoprire il ruolo di direttore sportivo, non avevamo molte risorse e attingemmo dalla Primavera. Abbiamo affrettato i tempi, fu dura ma riuscimmo a salvarci. Non posso dimenticare l’esordio di Dessena nello spareggio con il Bologna; avevamo molti assenti per infortuni e squalifiche, si sacrificò e fece il terzino destro. Fu una grande
sorpresa» ma anche una grande impresa. “Le avversità possono essere delle formidabili occasioni” scriveva il secolo scorso Thomas Mann. Oggi il responsabile del settore giovanile del Parma è Francesco Palmieri, un amico di Zamagna. Il degno erede: «Sì – esclama Zamagna – il Parma e Palmieri stanno lavorando molto bene nel settore giovanile. Bisogna avere pazienza perché per realizzare un progetto c’è bisogno di tempo». La stessa pazienza che ha avuto Franco Colomba, quando ad inizio stagione le cose giravano male e il Parma sembrava una squdara senza una precisa identità.
Le vittorie contro il Genoa e soprattutto quella di Napoli hanno azzerato tutto e infiammato l’umore. «Domenica mi aspetto una partita dura e difficile. Il Parma è in grande forma nell’ultimo periodo. A Napoli ha centrato un’impresa, ho visto una squadra che corre tanto e ha spirito di sacrifico». Caratteristiche simili a quelle dell’Atalanta: «Siamo partiti forte per annullare la penalità, Parma è una tappa importante per noi e il nostro». Amici e rivali per un giorno.

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