L'arcobaleno del norvegese Hushovd squarcia nuovamente i cieli plumbei del Tour de France, anche oggi carichi di pioggia, per una costante di questa edizione, battendo in una volata ristretta il connazionale Boasson Hagen (Team Sky) ed il compagno di squadra Hesjedal (Garmin-Cervelò) al termine di una fuga di 10 uomini nata a circa 60 km dall'arrivo, non appena il gruppo ha concesso il proprio beneplacito dopo 100 km corsi abbondantemente oltre i 50 orari di media.
Non poteva che vincere “il” campione del mondo in carica su un traguardo iridato (a Gap si svolsero i Mondiali del ’72, quelli della clamorosa e beffarda rimonta di Marino Basso su Bitossi proprio sulla linea), quasi Thor, Il Vichingo, avesse studiato, dopo la maglia gialla portata per 7 tappe e la vittoria di venerdì scorso a Lourdes, ad un’altra suggestiva sceneggiatura per la tappa di oggi. Detto che fino ad ora paga la scelta di Hushovd di rinunciare, per quest’anno, a lottare per la maglia verde (già vinta nel ‘05 e ’09, con Cavendish attualmente sempre più leader della speciale classifica) a vantaggio dei successi parziali, il percorso odierno prevedeva un finale non propriamente tranquillo. La picchiata, infatti, che portava a Gap già poteva stimolare qualche attacco sia ai big poco avvezzi alla discesa che alla maglia gialla Voeckler (o anche da parte di lui stesso) e con la strada resa viscida dall’acqua ecco che si scatena a maggior ragione la bagarre, anticipando quelle dei prossimi 3 giorni.
In fondo sono stati Evans, Contador e Sanchez (all’arrivo 3” di margine tra l’australiano e i due spagnoli, che con lui hanno affrontato gli ultimi chilometri rischiando qualcosa) a guadagnare qualcosa su tutti: se loro hanno chiuso rispettivamente a 4’23” e 4’26” dal vincitore, Voeckler, Franck Schleck e Cunego sono finiti a 4’44”, Basso ha fatto male concludendo a 5’17” e peggio ancora Andy Schleck arrivato a 5’32”. Domani si ripartirà per lo sconfinamento in Italia con alcune posizioni rimescolate nei primi posti della classifica generale, certi che non ci saremo fermati qui ai cambiamenti.
17° tappa, 20 luglio 2011, Gap – Pinerolo 179 km
L’arrivo nella cittadina piemontese rende omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia da parte degli organizzatori del Tour per una tappa che potrebbe già dire qualcosa in vista dei due giorni seguenti. Forse non ci saranno degli sconvolgimenti in testa alla graduatoria, in ogni caso i corridori dovranno vedersela con 5 gpm non micidiali, ma sempre impegnativi se posti dopo quasi 3 settimane di corsa, incerta ed impegnativa come mai quest’anno. Si parte con la Cote de Sainte Marguerite (1216 metri, 2,8 km al 7,4%, terza categoria), poi La Chaussée (1333 metri, 1,4 km all’8,3%, terza categoria), si proseguirà, entrando in Italia al km 96 di gara, con il Colle del Monginevro (1860 metri, 7,9 km al 6,1%, seconda categoria), Sestriere (2035 metri, 11,1 km al 6,3%, prima categoria) e si finirà con lo strappo di Pramartino (912 metri, 6,7 km al 6%, seconda categoria) posto a 8 km dal traguardo di Pinerolo. Dal Sestriere all’arrivo, la tappa ripercorre il finale della 10a frazione del Giro 2009, quando si impose Di Luca, che attaccò proprio nell’ultima e tecnica discesa di Pramartino, staccando di 10” Pelizzotti e Menchov, poi vincitore della corsa rosa.
Sms di Malori alla fine della sedicesima tappa: ”Oggi tappa tirata da morire e freddissima!! Non sapevo come scaldarmi, anche perché non esiste nulla, anche le mantelline, per pesanti che siano, tengono bene l’acqua ma non scaldano più di tanto…..comunque non so come e chi vincerà il Tour, ma sicuramente verrà ricordato come il Tour più freddo degli ultimi anni!! Per il resto tutto a posto, poi vedremo domani sera !! ciao a tutti!!”