Al Tour de France si potrebbe dire che se la notte porta consiglio, il giorno dopo il riposo porta scompiglio. Domenica pomeriggio ci eravamo lasciati dopo le prime scaramucce con Andy Schleck trionfatore a Morzine-Avoriaz nel primo arrivo in salita e Cadel Evans in maglia gialla, ma oggi, appunto dopo il primo giorno di sosta della carovana gialla, siamo qua a parlare di una classifica generale rivoluzionata.
Ora ci ritroviamo con Sandy Casar che centra la sua seconda vittoria in carriera al Tour e con il giovane Schleck che veste la sua prima maglia gialla, scucita piano piano e strappata poi brutalmente all’australiano della BMC lungo i chilometri della Madaleine, quando l’iridato è andato definitivamente in crisi.
Qualcosa, per la verità, si respirava già nell’aria guardando anche l’altrimetria della 9a tappa di 204,5 km da Morzine-Avoriaz a Saint Jean de Maurienne, che prevedeva nell’ordine Col de la Colombiere, Cole des Aravis, Col des Saises e Col de la Madaleine, ascesa da 25,5 km al 6,2%, per oltre 4000 metri di dislivello.
Questa maratona alpina, come detto, è stata vinta dal francese della Française des Jeux, contrattaccante della prima ora, che, in una volata a 7, ha battuto Luis Leon Sanchez ed il nostro Damiano Cunego, anche loro in fuga dal mattino insieme ad altri 9 compagni di avventura (fuga di 12 elementi nata dopo 40 km di gara), sette dei quali poi smarriti lungo la scalata della Madeleine.
La montagna hors categorie posta a 32 km dall’arrivo sembrava non potesse essere determinante, anche alla luce di quello visto a Morzine, ma invece ha ridisegnato la graduatoria.
L’Astana, appena saputo delle difficoltà evidenti di Evans, ha dettato un ritmo ancor più forsennato di quello impresso domenica verso Morzine, tanto che davanti, a -7 dallo scollinamento, rimangono Navarro, Contador e Schleck con gli altri sfilacciati in rincorsa. E’ a quel punto che il lussemburghese della Saxo Bank ci prova con 3 scatti violenti che mettono in affanno Contador, che non risponde, si difende e gioca quasi al surplace, aspettando il rientro di Samuel Sanchez, nel frattempo evaso da dietro, ma che fa da elastico con i due.
Sul gpm della Madeleine, la fuga, ridotta a 4 (Casar, Cunego, L.L.Sanchez e Charteau) mantiene un margine di sicurezza (2’10”) su Contador e Schleck che si calmano, si accordano in un patto di non belligeranza e trovano l’ex fuggitivo Voigt, che a sua volta esegue gli ultimi compiti in vetta per il suo capitano prima di defilarsi nelle retrovie, mentre l’olimpionico dell’Euskaltel rimane solo ad inseguire (2’54” dai primi 4) ed essere inseguito da 2 gruppetti, comprendenti fra i tanti Menchov e Gesink nel primo (a 3’23”) e Basso, Van den Broeck ed Armstong nel secondo (a 4’23”). Cadel Evans e la sua straordinaria dignità valicano a 9’35” dai fuggitivi.
La discesa vede lo specialista S.Sanchez avvicinarsi e mancare di un soffio il ricongiungimento a Contador e Schleck, che a loro volta, tornante dopo tornante, ritrovano in discesca Moreau, anche lui staccatosi dalla fuga iniziale di giornata.
I 7 si ricompattano all’ultimo chilometro con il giovane Andy che sente il profumo del primato e prova a tirare una lunga volata per prendersi tutto, ma il finale in leggerissima salita e con 2 semicurve gli rallentano l’azione. Ai 400 metri Casar esce di potenza e mantiene la pedalata giusta, mentre Luis Leon Sanchez e Cunego, adatti per un arrivo del genere, non possono far altro che vederlo esultare.
A 52” giunge Samuel Sanchez, vittima nel finale di crampi, a 2’07” il gruppetto di Menchov, Gesink, J.Rodriguez e Leipheimer, mentre a 2’50” Basso, Armstrong, Van den Broeck.
Più distanziati terminano Kreuziger, Vinokourov, Kloden, Sastre e Wiggins oltre a Cadel Evans che, con un guizzo d’orgoglio, recupera qualcosina e arriva a Saint Jean de Maurienne con un ritardo di 8’07”, lasciandosi andare in un pianto a dirotto per non aver potuto difendere la sua leadership.
Il Tour de France, quest’anno, ci offre anche questo, un’umanità, felice e triste o dolorosa che sia, che non ci aspettavamo e che ci apprezzare ancora di più gli uomini e loro imprese.
Sms di Malori:
“Oggi giornata lunga….Come le salite !!! e penso di aver bevuto più acqua di un rubinetto che perde !!! con il gruppetto giusto al traguardo si arriva sempre bene, purtroppo le gambe sono quelle che sono….ma come dice Eric Draven nel film Il Corvo ‘non può piovere per sempre’ !! ora sono il più giovane del gruppo al Tour??? Beh, spero di essere anche il ‘bocia’ che arriverà a Parigi!!! A domani bella gente”
Presentazione 10° tappa Chambery – Gap 179 km – 14 luglio 2010
La Festa Nazionale Francese si celebrerà lungo i chilometri alpini della Chambery-Gap di 179 km.
La tappa si svolgerà ancora tutto in territorio montagnoso (Savoia, Val d’Isere e Alte Alpi le regioni interessate), in una frazione di difficile interpretazione: ci saranno 3 gpm di media difficoltà (il più impegnativo di prima categoria è a 100 km dall’arrivo), di cui l’ultimo, di seconda categoria, 1664 metri di altitudine e posto ai – 35 km, potrebbe essere un trampolino di lancio ideale per chi volesse portare un attacco alla maglia gialla o quanto meno saggiarne il recupero dopo oggi.
Il profilo, comunque, strizza l’occhio ai quelle seconde e terze linee che tengono in salita, oltre che alle telecamere e che magari potrebbero mettersi a posto per l’anno prossimo con un ingaggio migliore o in un’altra squadra.
Saremo certamente screditati, anche perché durante questa Grande Boucle sbilanciarsi troppo non conviene come abbiamo visto.