Tanto rumore per nulla, con il protagonista che non t’aspetti per la prima tappa alpina. Se i titoli delle opere di Shakespeare stanno idealmente accompagnando la carovana da quando è rientrata in Italia, proprio a Verona, è altrettanto vero che ormai il primo test di alta montagna nei grandi giri lascia parzialmente delusa la platea di appassionati,…

… dando spazio tuttavia a corridori che tentano e indovinano la sortita vincente, guadagnando una straordinaria visibilità e magari cambiare la propria carriera.

Andrey Amador, costaricense della Movistar, 26 anni il prossimo 29 agosto, che conquista i 2001 metri di Cervinia, arrivo della 14a tappa, sembra un paradosso in termini, ma invece è tutto vero e così lo scalatore di San Josè ottiene il suo primo successo importante, diventando anche il primo corridore del Costarica a vincere al Giro, mentre il canadese Hesjedal, abbastanza sottovalutato per il momento, si riprende la maglia rosa, piazzando l’allungo decisivo ai –3,5 km dalla fine, costringendo l’ex leader Rodriguez a rispondere in prima persona con un inutile inseguimento.

Amador sul traguardo valdostano ha battuto, in uno sprint a 3, gli ex compagni di fuga (erano evasi in tutto in 8 dopo 70 km di gara) il ceco Jan Barta della NetApp e l’italiano Alessandro De Marchi dell’Androni, che oggi ha fatto di tutto per farsi il regalo nel giorno del suo 26esimo compleanno, con Hesjedal 4° a 20”, bravo ad anticipare la volatina dei migliori, regolati da Tiralongo su Uran (nuova maglia bianca) e Rodriguez, ora 2° a 9” nella generale, e via via tutti i migliori che chiudono a 46” dal vincitore. Perdono una manciata di secondi Intxausti e Kreuziger (15° e 16° a 52”), qualcosa in più Cataldo e Rujano (20° e 24° a 1’16”) e decisamente di più Cunego (30° a 1’43”), che però era stato in avanscoperta già dalla lunga salita verso il Col de Joux fino ai –18 km dall’arrivo.

Un’edizione di “prime volte”, che varca nuovi confini (se si pensa anche alle “rosa” indossate dal lituano Navardauskas e dallo stesso capitano della Garmin), dove però si attendono le mosse dei soliti noti, che oggi hanno pensato a studiarsi e a non forzare i tempi, lasciando le scaramucce solo per gli ultimi 5 km di salita (su 27) in una frazione da 206. Domani, nella 15a tappa, la Busto Arsizio-Pian dei Resinelli di 169 km con l’ennesimo arrivo in salita, si prevede (e si vorrebbe) battaglia perchè il terreno c’è eccome: 4 gpm difficili (Valico di Valcava, Forcella di Bura, Culmine di San Pietro e il traguardo), con lunghezze dai 7,8 agli 11,6 km, pendenze medie dal 4,3 all’8,1% e massime fino al 17%, dove anche le relative discese potrebbero prestarsi a colpi di mano.

Da domani iniziano gli ultimi 8 giorni (7 se togliamo il riposo di lunedì) durissimi che, vista l’incertezza che regna, si preannunciano avvincenti.

Da segnalare, a margine dell’evento sportivo, che alla partenza a Cherasco era stato osservato un minuto di silenzio in memoria di Melissa, la studentessa 16enne morta nell’attentato a Brindisi davanti all’istituto intitolato a Francesca Morvillo Falcone, moglie del magistrato Giovanni.

Sms Malori:

”Oggi tutto bene, abbiamo gestito tutto benissimo. Domani sarà ancora più dura e ancora più insidiosa, ma correremo alla stessa maniera. Un confronto tra Tour e Giro? Sono due cose diverse e secondo le mie esperienze, in Francia si va molto più forte e c’è molto più stress, però qui i percorsi sono molto più impegnativi. Ci vediamo domani, ciaociao!!”

Ordine d’arrivo – 14° tappa, Cherasco-Cervinia, 206 km

Classifica generale dopo 14 tappe