A gli addetti ai lavori o a chi segue da vicino il movimento del calcio dilettantistico parmense non sarà Â sfuggita la mancanza di colpi di mercato eclatanti in questa estate calda solo nelle temperature.
Anche in campionati dilettantistici ma con società sempre più vicine al professionismo come l’Eccellenza, dove negli anni passati gli imprenditori ricchi hanno investito molto per la gioia dei presidenti la crisi si sta facendo sentire. Soprattutto in terra parmense, guarda caso alla vigilia della stagione che vedrà la nostra provincia rappresentata come mai è accaduto nella storia. Sei squadre su 18, le cinque dell’anno scorso, Colorno, Fidenza, Pallavicino, Terme Monticelli e Traversetolo, alle quali si è aggiunto il neopromosso Salsomaggiore, sono infatti parmensi e ciascuna di loro ha una solida tradizione alle spalle che gli ha consentito di arrivare ai vertici. Ma se rappresentare un terzo del campionato è un traguardo storico per Parma c’è la sensazione che nessuna delle “nostre” squadre abbia l’ossessione di vincerlo. Crisi, mancanza di sponsor, imprenditori componenti delle società alle prese con i problemi delle loro aziende e di conseguenza meno incentivati ad dare una mano alle squadre, i comuni stessi che non sempre collaborano come potrebbero, incassi scarsi dalle partite e nessun contributo delle televisioni come accade tra i professionsiti. Queste le cause principali che mettono in difficoltà le squadre di calcio dilettantistiche al giorno d’oggi e che hanno provocato un ridimensionamento generale con presidenti, spesso costretti a tirare fuori denaro extra di tasca loro (a volte pure a discapito delle proprie attività) , che si sono probabilmente stancati. Anche per società come Fidenza e Pallavicino, che negli anni scorsi non hanno certo badato a spese per costruire squadre di valore in grado di primeggiare, nel 2010 è suonato il cosiddetto “campanello d’allarme”.
Nel caso del Fidenza nonostante il budget ridotto del 35-40% e l’avvicendamento ai vertici, tra il presidente Luciano Faroldi (resta in società come dg) e il vice Claudio Chiesa, le ambizioni e un gruppo competitivo ci saranno ancora grazie alla conferma quasi in toto una squadra l’anno scorso capace di arrivare terza in campionato (a quattro punti dalle capoliste Bagnolese e Pavullese) e centrare la finale di Coppa Italia regionale. “Pezzi grossi” confermati e unica partenza di rilievo quella del “costoso” Daniel Pane, sostituito dal più “economico” Gennaro Vado, meno esperto ad alti livelli ma comunque uomo da 15-20 gol in Eccellenza. Un gradino sotto il Pallavicino, dove il ridimensionamento è stato ancora più forte all’indomani di un campionato sfuggito a due turni dalla fine (e dopo aver perso allo spareggio quello prima). Come a Fidenza anche nel sodalizio nato dalla fusione tra Polesine e Busseto ormai quattro estati fa qualcosa è cambiato al vertice, in primis il ruolo del presidente Vittorio Bottazzi, che si sarebbe un po’ defilato. In panchina è stato “promosso” Sandro Melotti, che sarà allenatore-giocatore, in campo, capitan Manzani ha smesso, Donelli, Mirri, Morsia e Valla, tra gli altri, se ne sono andati, ma sono rimasti il bomber Rastelli e il difensore Delnevo, affiancati da alcuni elementi “di categoria” come il difensore Baratti, i centrocampisti Ciceri e Larini e la punta Silvestri. Una buona squadra comunque, destinata a un ruolo di outsider.
Seguono Colorno e Monticelli, due società che, non avendo mai fato “follie”, non risentono troppo della crisi. In entrambi i casi largo ai giovani con pochi innesti mirati in un telaio già buono. In casa termale sono arrivati l’attaccante De Luca e il jolly difensivo Melli, mentre in riva al Po sono giunti il terzino Demicheli e gli attaccanti Montali e Scaravonati. In particolare il Colorno, che ha chiuso la stagione scorsa poco sotto le prime, ha lavorato per essere una specie di “mina vagante”. Chiudono il quadro Traversetolo e Salsomaggiore. I primi sono un modello, una società che con poche risorse ha fatto grandi cose e nonostante il cambio di mister (e un paio di addii eccellenti) punta ancora a salvarsi con un gruppo giovane e motivato. Senza fare drammi nel caso dovesse andar male. Dopo aver dominato l’ultima Promozione e centrato l’agognata Eccellenza nemmeno la famiglia Granelli a Salso vuol fare “follie”. Per puntare in alto non ci sono al momento risorse sufficienti, e così la società ha deciso di seguire gli esempi delle stesse Colorno, Monticelli e Traversetolo confermando quasi totalmente il gruppo e puntando sull’entusiasmo della piazza.
La “regola dei giovani”
E’ quella che viene denominata tra gli addetti ai lavori “la regola dei giovani” il vero ago della bilancia del calciomercato dell’Eccellenza. Il comitato regionale Figc ha stabilito che dall’anno prossimo nella categoria dovranno scendere in campo un ragazzo nato dopo il 1’ gennaio 1991, uno dopo il 1’ gennaio 1992 e uno dopo il 1’ gennaio 1993. Essere incentivati a puntare su giovani, spesso studenti e con tanto tempo libero, motivati e “poco costosi” può essere un vantaggio nei periodi di “austerity” ma bisogna anche saperli scegliere e solitamente a vincere è alla fine è chi prende i migliori (o chi riesce ad amalgamarli meglio ai compagni più esperti). Così le società si rivolgono a squadre professionistiche (nel nostro caso Parma, Piacenza e Reggiana in primis), a loro volta ben liete di mandare i loro ragazzi a fare esperienza: prestiti annuali e senza diritto di riscatto, certo, ma a costi accessibili per i club. Dai prestiti gratuiti a compensi di 1000-1500 euro alle società, e una media di 200 euro mensili al giocatore. E qualcuno può anche fare il “colpaccio”, come la Dorando Pietri Carpi che nel 2005 lanciò il 16enne Luca Siligardi (prelevato dal Parma), tanto bravo da passare alla “Primavera” dell’Inter e alla Serie B con squadre come Bari, Piacenza e Triestina.