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Calcio Dilettanti

Martini (Figc Parma): «In campo a emergenza finita. Resta la voglia di non smettere»

Martini (Figc Parma): «In campo a emergenza finita. Resta la voglia di non smettere»

Campionato sì, campionato no. Le società di calcio aspettano una risposta definitiva dagli organi federali in merito al destino della stagione 2019/2020, che secondo alcuni deve necessariamente essere annullato, mentre altri confidano che si possa tornare in campo per recuperare le partite mancanti. E se in altre regioni (vedasi la Lombardia) il “fronte del no” ha già mosso passi importanti, in Emilia Romagna la situazione ristagna ancora in una fase di stallo e incertezza.
Dalla nostra provincia, però, cominciano ad arrivare piccoli ma importanti segnali di coesione e uniformità in merito a una decisione che a breve dovrà essere presa in tutta la regione. Il presidente del Comitato di Parma della FIGC, Romano Martini, in carica dal 1° luglio del 2019, ai microfoni di SportParma ha confermato l’univocità della presa di posizione dei club dilettantistici parmensi: «Le situazione emergenziale spinge, inevitabilmente, le società di Parma a chiedere di fermarsi qui. Al momento, le norme federali vigenti non garantirebbero la sicurezza sanitaria degli atleti – ha riferito il delegato – e, quindi, parlare di date per il ritorno sui campi è un rebus irrisolvibile. Inoltre, la tutela in questo caso non è solo della salute, ma riguarda anche aspetti giuridici dei tesserati e noi dobbiamo aiutarli a sentirsi tutelati». Ecco perché il “via libera” dovrà arrivare dal governo e soprattutto – aggiunge il presidente Martini – «da chi ha le competenze adeguate per potersi esprimere in merito». Il ritorno alla normalità delle società sarà lento e graduale: «Dopo il problema sanitario si porrà quello finanziario. Servirà senz’altro un aiuto da parte dello Stato per permettere di continuare a svolgere un lavoro che è un patrimonio per tutto il tessuto sociale, specialmente per quelle zone più remote della provincia dove non si può proprio parlare di “pari opportunità”».
Se, dunque, pensare ora a un ritorno alle attività sportive appare un esercizio infruttuoso e irrilevante dinnanzi al problema della sicurezza e della salute, a confortare il delegato provinciale della FIGC sono i primi colloqui avuti con i club su un futuro che si preannuncia incerto: «So che sembra una posizione contrastante con quanto detto in precedenza, ma a Parma ho notato una grande consapevolezza del momento e soprattutto una grande volontà di tornare non appena sarà possibile. Ho contattato 38 società parmensi, dall’Eccellenza alla Terza, cercando così di avere un campione di rappresentanza del 30% per ogni categoria. E non ho avuto un solo riscontro da parte dei dirigenti di voler abbandonare il calcio. Arriverà certamente anche un momento di “depressione”, ma alla fine l’amore per lo sport e per la socialità ci farà vincere su tutto».

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