Se le due società Â sono "amiche", come testimoniano diverse recenti trattative di mercato, altrettanto non si può dire delle tifoserie di Parma e Juventus.
Juventus-Parma è anche questo: lo dice la recente storia del calcio italiano, che ha visto gli ultras delle due squadre scontrarsi più volte. Anche in seguito a una rivalità sportiva nata nel 1990, quando fu la Juve a “battezzare” il Parma in a espugnano il Tardini per 2-1, proseguita dopo il testa a testa del 1994/95 in campionato, coppa Italia e Uefa ed “esplosa” con il celebre gesto dei soldi di Dino Baggio, prima di sfociare negli ultimi 5 anni, con sempre più frequenti tafferugli fuori dal campo. Come è successo negli ultimi due precedenti dello scorso campionato, del 9 maggio e dello scorso 6 gennaio, e come era successo con l’invasione del 2005, anche se l’episodio più triste, che resterà per sempre scolpito nelle menti dei tifosi ducali (ma non solo), è senza dubbio quello che ha visto morire tragicamente il tifoso del Parma (del gruppo dei “Boys”) Matteo Bagnaresi il 30 marzo del 2008, ucciso a 27 anni, investito da un pullman nell’area di servizio Crocetta Nord (sulla A1 tra Alessandria e Asti) in direzione Torino.
Quel giorno, saputo della tragedia, a Torino si decise di non giocare in segno di lutto e su tutti gli altri campi fu osservato un minuto di silenzio prima del via. Un episodio di cui si è parlato tanto e di cui si parla ancora, ma che all’epoca, secondo il questore di Asti fu “una tragica fatalità”. L’autista del pullman di supporters juventini proveniente da Crema Siro Sponti, che dichiarò di non aver visto “Bagna” quando lo schiaccio’ con ruota anteriore e posteriore del lato sinistro, fu indagato per omiciodio colposo, ma secondo il questore Antonio Nanni, il tifo in quell’episodio non c’entrava. “Non ci sono bottiglie e oggetti a terra e non ci sono testimoni esterni – disse il questore quel tragico giorno – È stata una terribile disgrazia”.
Se una tragedia invece accade sugli spalti il tifo non si può negare che c’entri. E così è stato lo scorso 9 maggio, quando durante l’ultimo incontro, a Torino, vinto dal Parma 3-2, al 25′ del primo tempo una bomba carta è partita dalla curva nord bianconera in direzione del settore ospiti dove si trovavano i tifosi del Parma. Una bomba carta seguita da petardi, 15-20 circa, che indussero il capitano del Parma Stefano Morrone a chiedere all’arbitro (il veronese Romeo), di sospendere l’incontro e il capitan odella Juve Alex Del Piero a dirigersi sotto la “nord” per chiedere ai suoi tifosi di “calmarsi”. Invano, visto che la gara si fermò per sei minuti prima di riprendere. Un tifoso del Parma riportò delle lesioni, ma l’episodio che si concluse con l’arresto di un tifoso juventino, identificato per aver lanciato un petardo, mentre la Juve se la cavò con una multa. Una sanzione di 40 mila euro, gli stessi soldi che poco tempo prima furono chiesti all’allora allenatore dell’Inter Josè Mourinho (che si prese anche tre giornate di squalifica) dopo il celebre gesto delle manette, antipatico e fuori luogo ma non certo pericoloso per l’incolumità di nessuno.
Non si fece male nessuno lo scorso 6 gennaio, giorno di Parma-Juve al Tardini, ma furono diversi i danni segnalati a Parma un anno fa. A scontrarsi furono alcuni gruppi delle due tifoserie, nelle strade vicine al Tardini, in via Traversetolo, via Duca Alessandro e nei pressi della Cittadella, dove la poliia, giunta sul posto, non trovò nessuno, in quanto i protagonisti si erano già dispersi, ma una decina di auto prese di mira e danneggiate.
Fece ben più scalpore a livello nazionale invece l’episodio di 5 anni prima, del gennaio 2005 (guarda caso anche allora era il 6…), la classica “goccia che fa traboccare il vaso”, quando i due clan si “trovarono” sull’erba del Tardini a fine partita, pare dopo alcune provocazioni degli juventini (a partire dallo striscione “Per voi la partita della vita, per noi la solita gita”) entrati per primi in campo. Calci e pugni, e l’intervento delle forze dell’ordine, il tutto a gara finita. Un episodio che creò parecchie tensioni anche successivamente, dopo la diffida di 11 tifosi del Parma, identificati dalle telecamere e allontanati per 3 anni dagli stadi dalla Questura di Parma.