Sconfitta indecifrabile. Il manto erboso del Tardini ridotto ad un pantano, le pozzanghere di fango che dettano legge, il gioco frammentato e frutto dell’improvvisazione… uno scenario invernale che affonda il Parma e porta a galla il Brescia, il quale non vinceva nel Ducato da 19 anni.
Difficile commentare una partita del genere, ma c’è un vincitore e di conseguenza un perdente, quindi ci sono meriti e demeriti. Anche quando a vincere è la squadra che tira in porta solo due volte (uno per tempo), ma che di contro ha evidenziato una buona organizzazione difensiva e una maggiore agilità negli spazi brevi, con e senza palla. Un Brescia che si è presentato al Tardini in piena emergenza (sei assenza, tra cui capitan Caracciolo), con una formazione imbottita di giovani e in attacco l’inedita coppia Ferrante-Cortesi (42 anni in due). Il Parma ha risposto col collaudato 4-3-3 (confermata la stessa formazione di Novara) che poi nella ripresa, sotto di un gol, si è trasformato in 4-2-4, con Baraye a destra, Nocciolini a sinistra, Calaiò-Nocciolini centrali (Munari e Dezi a centrocampo). D’Aversa le ha provate tutte, compreso negli ultimi minuti l’esordio del cileno Sierralta che si è posizionato in attacco per provare a sfruttare le sue abilità nel gioco aereo. Niente di niente, a parte un mezzo miracolo di Minelli su Insigne, un colpo di testa di Di Cesare ad un metro dalla porta (incredibilmente fuori dallo specchio della porta) e un tiro smorzato dall’acqua di Di Gaudio, i crociati non hanno creato granché. Ripeto, complice un campo ai limiti dell’impossibile. Ma vale lo stesso discorso per il Brescia che invece è stato spietato nel colpire alla prima vera occasione, per poi difendersi con il coltello tra i denti, imbastendo anche un paio di contropiede pericolosi.
Partita strana, potremmo dilungarci sulla scarsa propensione degli esterni di D’Aversa a saltare l’uomo e arrivare sul fondo, anche quando in area di rigore stazionavano stabilmente due punte; oppure l’incapacità dei centrocampisti di inserirsi centralmente, o l’imprecisione nell’ultimo passaggio… Considerazioni che lasciano il tempo che trovano, perché a calcio si è giocato poco.
Un’amara conclusione che non cambia il significato della serata: prima sconfitta per il Parma (ancora a secco di gol su azione) e prima vittoria del Brescia. Nessun dramma, siamo solo alla terza giornata.
Il post scriptum è per i tifosi: provocatorio il coro dei bresciani (Ghirardi portali in Europa), simpatica e velenosa la riposta della curva nord con striscioni e un manichino (vedi foto sotto).
Parma Calcio
COMMENTO: Parma, sconfitta indecifrabile
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