Avanti tutta. Il Parma liquida la pratica Altovicentino (2-0) e spicca il volo in un clima di grande festa che, al triplice fischio finale, ha trasformato il Tardini in una pista da ballo. Sarebbe riduttivo, però, circoscrivere la vittoria odierna, la quarta consecutiva (nove gol fatti, uno subito), con i nomi di Ricci e Melandri, gli autori dei due gol che nella ripresa hanno spento le ambizioni dei veneti, una delle squadre più attrezzate del girone D di serie D. E’ la prova di grande spessore e maturità fornita dal Parma, infatti, a far spalancare gli occhi di tutti, anche dei tifosi più scettici. Una squadra compatta, che in difesa non concede mai nulla, che a centrocampo cresce di partita in partita e in attacco appare irresistibile, anche di fronte a squadre organizzate come l’Altovicentino che nei primi 45 minuti ha destato una buona impressione, soprattutto dal punto di vista della copertura degli spazi e dell’organizzazione del gioco palla a terra, sebbene il trio Rondon-Odogwu-Carlotto abbia impegnato raramente Zommers, comunque decisivo con una parata spettacolare in pieno recupero. Una parata che rende ancora più corale la vittoria del Parma, perché coinvolge tutti, dall’alto verso il basso e viceversa.
Diciamolo a basso voce, ma la sensazione è che questo Parma sia di un altro pianeta rispetto agli avversari, almeno quelli affrontati fino ad oggi . Neanche il ritardo di preparazione sembra aver inciso più di tanto, perché quello che si vede in campo assomiglia tanto ad un preciso orologio svizzero: triangolazioni, verticalizzazioni, gestione del pallone, fase difensiva e realizzativa. Musica per le orecchie di Apolloni che in poco tempo ha costruito un gruppo affiatato e coeso, che sembra giocare insieme da parecchi mesi. Il tecnico, inoltre, sembra avere grande padronanza dei mezzi a disposizione, la conferma è arrivata dopo pochi minuti della sfida del pomeriggio, con Ricci nell’inedito (ma non troppo) ruolo di esterno destro d’attacco, con licenza di accentrarsi ed esplodere in porta il suo sinistro. Uno schema andato in scena più volte, unito all’esplosività di Baraye (ancora non al top), alla combattività di Longobardi e alla classe di Melandri. Per non parlare del centrocampo dove Corapi e soprattutto Giorgino (nel primo tempo ha colpito la traversa con un destro dal limite) che ha sempre più i gradi del direttore d’orchestra, in attesa che Miglietta (in campo nel secondo tempo) trovi la migliore condizione.
Il Parma vola, il Lentigione frena (pareggio casalingo), la squadra cresce, così come il contagioso entusiasmo di migliaia di tifosi (quasi 11mila). E pensare che il primo mese sarebbe dovuto essere quello più difficile. Se i crociati riusciranno a mantere questa intensità e fame non è prematuro sentenziare che non ci saranno speranze per tutte le altre rivali. E a questo punto anche il mercato e l’arrivo di una punta centrale (Guazzo?) suonerebbe come un di più. Siamo solo alla quarta giornata, è bene ricordarlo, guai a volare con la fantasia, sarebbe l’errore più grave, anche perché la storia del calcio è piena di clamorosi e inaspettati tonfi.