"Per il Pescara c’è rispetto ma è unito alla consapevolezza delle nostre possibilità . Vogliamo vincere come sempre, ma ci vorrà pazienza e ragionamento costante, perchè le gare durano 90 minuti e nulla va regalato". Con queste parole Roberto Donadoni nella conferenza stampa della vigilia mette in guardia dalle insidie che un match come Parma – Pescara può nascondere.
Roberto Donadoni. “Il gruppo è concentrato sul da farsi. In questo momento per noi una squadra da affrontare deve valere l’altra e lo spirito da mettere è quello che serve contro un grande avversario. Dobbiamo per forza avere questo atteggiamento. Per il Pescara c’è rispetto ma è unito alla consapevolezza delle nostre possibilità. Sappiamo altresì che loro rischieranno poco e vorranno approfittare dei nostri errori. Per cui noi dovremo essere bravi a non concederne. I primi 15-20 minuti poi saranno fondamentali per il proseguo del match. Vogliamo vincere come sempre, ma ci vorrà pazienza, non nel senso di attesa di ciò che fa l’avversario, e ragionamento costante, perchè le gare durano 90 minuti e nulla va regalato. Questo come detto, non significa attendere l’avversario ma avere equilibrio pur mettendo pressione, grande aggressività e determinazione feroce
Il Pescara è una squadra che va interpretata come gruppo e non in termini di singoli giocatori. Anche per noi del resto vale questo discorso. E’ un’arma in più quella del collettivo che sia noi che loro cercheremo di sfruttare nel modo migliore”. Pescara è una partita fondamentale anche per il futuro? I tre punti in palio sono più pesanti del solito? “All’inizio del girone di ritorno – risponde il tecnico crociato – dissi che le prime 4-5 gare avrebbero detto quale sarebbe stato il nostro cammino. Ebbene, abbiamo fatto un percorso che non era quello che avevo in mente, per cui ogni gara, a maggior ragione, ora è importante. Ma prima di pensare al futuro guardiamo alla singola partita e ora quella singola partita è il Pescara.
“Al di là della assenza di Valdes o del modulo, io il ruolo del regista lo prevedo sempre. Anche in un centrocampo a quattro per me uno dei due centrali è più portato a impostare e l’altro ha più caratteristiche di rottura. C’è Marchionni, ma anche Strasser che qualche volta ha giocato centrale, ma non solo. Anche Morrone è una possibilità. La rifinitura per prendere le ultime decisioni sarà determinante”.