Il Parma, lo Spezia e Leandro Chichizola: storie diverse, che raccontano di destini che si dividono e si uniscono. Di nuovo: merito, o “colpa”, del calciomercato.
La finestra d’inizio 2025 ha riportato in contatto i Crociati e gli Aquilotti, dopo lo scambio estivo fra Čolak e Kouda (in riva al Golf dei Poeti fino a fine stagione, ndr). Stavolta, al centro della trattativa c’è stato il portiere argentino classe 1990, che ha scelto di tornare in Serie B, nella società che una decina d’anni fa lo lanciò nel calcio italiano. Dopo le voci dei giorni scorsi – con i liguri alla ricerca di un altro numero uno dopo l’ennesimo infortunio di Sarr –, la trattativa ha avuto la fumata bianca nella giornata di ieri: gli emiliani si liberano dell’ingaggio del giocatore più “vecchio” della rosa e, in cambio, ottengono il difensore Edoardo Venturi (classe 2008) dai bianconeri, che a loro volta si rimettono nelle mani di “Leo”, pronto a ridursi l’ingaggio e a rinunciare agli ultimi 6 mesi di contratto, in Serie A, pur di tornare protagonista in campo. Così come non lo era stato più dopo che il baby Parma di Kyle Krause aveva deciso di affidare le chiavi della propria porta al 22enne Zion Suzuki.
Nonostante mister Pecchia avesse più volte dichiarato di voler tenere in considerazione tanto il nipponico quanto l’argentino, in questa stagione – la prima in Serie A – le presenze in gare ufficiali per Chichizola sono state appena 2, entrambe casalinghe: una in Coppa Italia, ad agosto, contro il Palermo, e una in campionato, a settembre, contro l’Udinese. I più romantici, all’espulsione di Suzuki nella gara di Napoli, alla 3ª giornata (con tanto di esordio tra i pali dell’«improvvisato» Delprato, prima ancora che quello del portero de San Justo), avrebbero immaginato un avvicendamento in favore del quasi 35enne, dopo una lunga gavetta lontano dalle luci della ribalta dei grandi campionati. Ma così non è stato.
Panchina dopo panchina, “Chichi” ha dovuto fare i conti con la realtà: un collega “ingiocabile”, gerarchie predefinite. Avrebbe voluto rimanere nel Ducato. Ma un posto nel Parma, per lui, non c’era più. E, anzi, il recente rinnovo di Edo Corvi, aveva lasciato intendere che, forse, non era più disponibile nemmeno quello da dodicesimo. Già di per sé un ruolo da comprimario che a Chichizola, il portiere della promozione, stava troppo stretto.
Era stato acquistato dal Perugia nell’estate 2022 per prendere in consegna il testimone da una leggenda come Gigi Buffon. Lo ha fatto degnamente, superando il maestro nel suo ultimo anno di attività e sostituendolo tra Coppa Italia, campionato e playoff di Serie B in 20 gare (più della metà di quelle giocate nel 2022/2023): 9 porte inviolate e appena 16 reti incassate lo avrebbero fatto diventare un caposaldo del Parma in vista della stagione 2023/2024, conclusa poi con la conquista del torneo cadetto. Il primato incontrastato dei crociati, celebrato a maggio scorso, è stato determinato anche dalle sue parate e dai suoi rinvii – uno di questi diventato ufficialmente assist in Ternana-Parma (1-3), il 2 marzo di dieci mesi fa – e dalla sua presenza sicura in 37 partite su 38 nell’ultima Serie B. Lì, dove ora è pronto a tornare e ad essere riaccolto, a braccia aperte, dal club spezzino, che lo aveva visto crescere, per 141 partite (su 141!), da ragazzo e che ora la vedrà tornare. Da uomo.
Nel silenzio, rumoroso più di tante parole, il lungo e sofferto adiós di Chichizola si è ormai consumato: il numero uno argentino chiude la porta e si lascia alle spalle l’esperienza Parma. In crociato 59 presenze (con 53 gol subiti, 24 clean sheets, 1 assist e 5.097′ giocati) e un trofeo vinto: gli lasceranno dentro tanti ricordi, che nemmeno il dominio del tempo potrà cancellare.