Parma Calcio
Cancellieri: «Mi trovo a pieno con Pecchia. I miei idoli Mbappé e Ronaldo»
Dopo i primi 14’ minuti giocati al “Tardini” contro la Fiorentina, il nuovo acquisto Matteo Cancellieri ha avuto l’occasione di esordire anche davanti ai microfoni.
L’attaccante romano, arrivato in prestito con diritto di riscatto dalla Lazio, è pronto a prendersi il suo spazio a Parma. Sguardo fiero ma curioso, concetti chiari e un sorriso accennato che non guasta mai: Cancellieri sa di avere delle potenzialità che andranno consolidate al quarto anno consecutivo in Serie A. Nell’ultimo anno, a Empoli 4 gol e 3 assist che hanno contributo a portare sempre punti (mai una sconfitta con un suo bonus): specialmente quelli ottenuti all’ultima giornata dello corso campionato contro la Roma, con una sua marcatura e un suo passaggio vincente allo scadere. «Non sapevo di questa statistica, ma mi piace…» ha ammesso.
Casse 2002, romano de Roma ma con sangue cubano nelle vene (da parte di mamma), Cancellieri è pronto a far valere la sua duttilità su tutto il fronte d’attacco: il nuovo numero 22 del Parma si dice pronto a fare qualsiasi ruolo e far proprio tutti i concetti trasmessi da mister Pecchia negli allenamenti.
Di seguito le dichiarazione rilasciate da Cancellieri durante la conferenza stampa di presentazione, a cui eravamo presenti anche noi di SportParma.
L’ESORDIO «Ho fatto subito due allenamenti con la squadra, speravo di giocare. L’aspettativa di giocare? Speriamo sempre di prendere parte alla partita. La squadra l’avevo vista l’anno scorso e rivendendola anche con la Fiorentina mi sono reso conto che la squadra è molto forte, giovane, di qualità, c’è un bel clima. Mi sono sentito subito parte del gruppo: penso sia una squadra brillante e forte».
DESTRA O SINISTRA «Per me è indifferente, posso giocare anche come seconda punta. Mi piace giocare dappertutto».
PERCHÉ PARMA «Ho scelto Parma perché è il posto giusto al momento giusto perché è una squadra forte, con tanti giovani e penso di poter fare un altro campionato importante e prendere parte agli obiettivi della società».
L’INTESA TRA GIOVANI «Integrarsi non è mai facile sin da subito. Non vorrei essere ripetitivo, ma con un gruppo così, molto giovane, c’è intesa. Non è difficile».
LE FONTI D’ISPIRAZIONE «Punto in alto. Dico Mbappé, Ronaldo. Se posso rubare un po’ con l’occhio…».
ANNO DELA CONSACRAZIONE «Non guardo mai il lungo termine. Penso sia giusto vedere giorno dopo giorno nel mio cercare di migliorare ogni allenamento sempre di più. Come ho già detto, la squadra è giovane e forte e, nonostante questo, vedo molta sicurezza».
CON PECCHIA «Col mister abbiamo parlato un pochino dei miei movimenti: sto cercando di capire in allenamento quello che vuole da esterno o da seconda punta. L’ambiente è sereno, mi sono trovato bene fin da subito».
IL RUOLO «Penso di poter fare la punta, è un ruolo che ho già provato, che ho già fatto. Chiaramente vanno capite le richieste del mister, però sono disponibile a fare la punta».
UOMO SALVEZZA «Lavorare in serenità, capire i concetti, come stare in campo: farlo con la serenità giusta rende tutto più facile. Penso solo a questo, giorno dopo giorno».
UOMO BONUS O TALISMANO «Gol o assist e l’Empoli non aveva mai? Non la sapevo questa… Sono pronto a entrare in corsa. Bisogna capire cosa serve durante la partita, capire quando stare più bassi o quando strappare».
PIÙ SECONDA CHE PRIMA PUNTA «Lo scorso anno ci sono stati momenti in cui dovevamo fare gol con differenti esigenze, mi trovo bene in quel ruolo».
I METODI DI PECCHIA E L’ADDIO ALLA LAZIO «Gli allenamenti sono intensi, mi ci trovo in pieno. Si lavora con serenità e con gioia. Non speravo di rimanere alla Lazio: sono tornato, ho fatto il ritiro, ho visto com’era la situazione e ho deciso di andar via».
FERMA VOLONTÀ «Io ero convinto di venire qui: poi ci sono state alcune dinamiche che non hanno sbrigato l’operazione. Ne ho parlato con il mister, ho fatto una chiacchierata e mi sono convinto ancora di più. La mia volontà c’è sempre stata, l’ho sempre detto al mio procuratore».
IL NUMERO DI MAGLIA «Perché il 22? Semplicemente, mi piaceva».