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Allenatore di calcio, arbitro di volley: le due vite di Marco Musi

Allenatore di calcio, arbitro di volley: le due vite di Marco Musi

Chissà quante volte Marco Musi, nel corso della sua carriera da allenatore di calcio, avrebbe voluto esporre le proprie ragioni al direttore di gara di turno. Ma non ha mai potuto farlo liberamente, perché anche lui fa parte della categoria.

Allenatore alla domenica alla guida del Palanzano, arbitro in infrasettimanale (solitamente il mercoledì) ma per la pallavolo. Il tecnico parmense, 53 anni da compiere il 12 gennaio, da qualche tempo ha deciso di avere due vite. E due sport da seguire. Se le sue recenti gesta alla guida della squadra della val Cedra – seconda in classifica nel girone B di Prima Categoria con 27 punti a metà percorso – sono ormai note agli amanti del calcio dilettanti, lo è meno la sua passione per il mondo del volley. E, in particolare, la predilezione per il ruolo dell’arbitro.

Ieri mattina l’ex allenatore, fra le tante, di Real Val Baganza, Ghiare, Lesignano e Juventus Club Parma ha chiuso il suo intenso 2023 di sport “sul campo”. Anzi, in palestra: attrezzato di taccuino e fischietto per dirigere una delle finali del Moma Winter Cup 2023, la grande manifestazione internazionale organizzata a Modena dall’Anderlini Volley che per tre giorni ha coinvolto 188 squadre con oltre 2000 giovani pallavolisti e decine di migliaia di tifosi al seguito. Nel match delle 10:30, disputato al PalaPanini, Musi – che nei giorni precedenti era stato l’arbitro di ben altre 6 gare della fase a eliminazione diretta – è stato l’uomo super partes della finalissima per la categoria Under 14 Femminile tra Gielle Imoco Volley San Donà e Chorus Volley Bergamo, vinta per la cronaca dalle ragazze di Conegliano Veneto per 2 set a 0 (25-22; 25-13).

Due figure, quelle del mister e dell’arbitro, “precarie”, soprattutto nel calcio, ma che unite in un doppio incarico possono senz’altro rappresentare un ruolo formativo per la persona, ancor prima che per il ruolo di sportivo. Chi lo conosce sa che prenderà sempre le difese della categoria arbitrale, anche sul rettangolo verde: «A pallavolo più arbitri a livelli alti – dice Musi – e più diventa semplice, ma a mio avviso bisogna essere credibili e saper gestire. Che non è solo conoscere. A calcio c’è una brutta abitudine a ogni livello: tutti si sentono in dovere di dire la loro, ma spesso, purtroppo, è solo per sentito dire o perché si guarda molta tv».
Non gli si chieda se mette più pressione arbitrare in un palazzetto gremito con 3.000 persone sugli spalti oppure presentarsi su un campo di una piccola località montagna dove si respira calcio tutta la settimana in attesa del grande evento. Su questo Musi ha un’idea ben chiara: «Diciamo che oggi (ieri per chi legge, ndr) arbitrare al PalaPanini per un “nostalgico” come me è stato bello ed emozionante. Ma a Palanzano è solo per “coraggiosi”, in tutti i sensi…».

Il Palanzano ora aspetta il suo allenatore-arbitro nel 2024: c’è un miracolo che merita di essere proseguito con Simone Montali e compagni già capaci di raccogliere 7 vittorie e 6 pareggi a fronte di 2 sole sconfitte: risultati he hanno creato mentalità e consapevolezza. Ma guai a prendersela con i direttori di gara. Ci sarebbero dei “musi lunghi”, uno in particolare.

 

(In copertina, Marco Musi arbitro di volley nella Finale U14 femminile del Moma Winter Cup 2023)
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