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Mr Alessandro Piscina in Colorno Terme Monticelli 1

Calcio Dilettanti

Il calcio a 360° di mister Piscina: «Grazie di tutto, Pisa. E sul Parma…»

Il calcio a 360° di mister Piscina: «Grazie di tutto, Pisa. E sul Parma…»

Alessandro Piscina è stato uno degli allenatori parmigiani più “in vista” dell’ultima stagione calcistica.

Il suo percorso triennale al Pisa nel campionato Under 17 si è concluso con un campionato sorprendente: 32 punti (13 vittorie, 15 pareggi) per un settimo posto – o meglio, sesto pari merito col Torino – all’interno di un girone con superpotenze come Fiorentina, Juventus, Parma, Genoa e Bologna. Un’ottima annata, quest’ultima: una tra le più belle in carriera dell’ex tecnico di Carignano, Pallavicino e Terme Monticelli, che aveva scelto di percorrere la strada del professionismo a livello di settore giovanile nel 2020, in piena pandemia, per accettare la proposta del club nerazzurro presieduto dalla famiglia Corrado. Anche qui tanta parmigianità.

Abbiamo rintracciato Alessandro Piscina, momentaneamente all’estero (sempre per il pallone), per fare un bilancio con lui della sua esperienza toscana che si è andata a concludere. Ma anche per parlare di calcio a 360°, come piace intenderlo a lui: tra i tanti temi anche il mondo del dilettantismo, i nuovi allenatori emergenti e, ovviamente, il Parma Calcio.

Mister, è in vacanza?
«Sono in Estonia insieme con il mio staff per un percorso formativo, indirizzato verso allenatori e giovani calciatori, che è stato organizzato dalla federazione estone».

60 partite in un triennio a Pisa in Under 17: che cosa lasciano?
«Un’esperienza molto formativa, mi ha arricchito. Io venivo dagli adulti: lavorare coi giovani è qualcosa di diverso, è un passaggio che mi darà tanto. Cambia completamente il modo di lavorare, cambiano gli obiettivi… sulla carta, almeno: perché i risultati contano sempre».

Il bilancio dell’ultima stagione in neroazzuro va oltre le aspettative?
«Sesto posto ex aequo con il Torino, preciso… Nel triennio quest’anno ho avuto le migliori soddisfazioni. Nel 2020, con i 2024, siamo stati penalizzati dal Covid; l’anno scorso con i 2005 avevamo fatti molti cambiamenti; quest’anno un lavoro importante premiato anche dalla convocazione in ritiro di cinque ragazzi che facevano parte della nostra U17. Ogni anno lavori sempre con un gruppo nuovo e devi porti nuove domande: quest’anno avevamo giocatori di qualità e con attitudine al lavoro, il nostro lavoro è stato facilitato dalle loro caratteristiche».

Nel futuro di Alessandro Piscina ora cosa c’è?
«Dopo tre anni molto proficui e molto belli, ho deciso di non rinnovare, perché ritenevo opportuno fare un salto di qualità. Sarei rimasto per fare la Primavera, ma in società mi ritenevano un valore aggiunto per l’U17: mi sono sentito di andare a fare un’esperienza diversa».

mister Alessandro Piscina a CovercianoCosa bolle in pentola?
«In questo momento ho un paio di cose interessanti, nel calcio professionistico giovanile, che sto valutando. A breve farò la mia scelta. Ma ci tengo a ringraziare la famiglia Corrado per questa opportunità che mi è stata concessa».

I pari età del Parma, tra le protagoniste della final eight, erano allenati da un suo “vecchio” avversario sui campi dilettantistici, Mattia Bernardi. Com’è stato ritrovarsi in Under 17?
«Intanto a Mattia, che era al debutto in questa categoria, vanno fatti i complimenti perché hanno disputato un’annata al di sopra delle aspettative. Ma, se sono arrivati lì, è perché Mattia è stato bravissimo e ha fatto un grade lavoro, dimostrando ancora una volta tutta la sua bravura. Contro di loro abbiamo perso entrambe le volte per 2-1: all’andata a Parma, anche a detta di Mattia, non avremmo meritato di uscire con una sconfitta, mentre nel ritorno a Pisa giocammo una brutta partita. Nel complesso fra me e lui sono state due belle sfide, da entrambe le parti c’era lo stimolo di fare bene».

Il collega che l’ha impressionata maggiormente?
«Te ne sottolineo due: uno, per il lavoro che ha fatto è sicuramente Mattia (Bernardi, ndr), anche perché era nuovo in questo campionato, che è il più bello di tutto il settore giovanile per distacco; l’altro allenatore che ti “sponsorizzerei” è Daniele Galloppa, che ha fatto un calcio bello da vedere con la sua Fiorentina e infatti ora partirà con la Primavera 1»

E il calcio dilettanti di Parma e provincia lo segue ancora?
«Lo seguo in toto. Leggo tutto quello che c’è da leggere, anche a distanza. Sopratutto il lunedì: cerco sempre i tabellini. Sono rimasto sul pezzo. In Eccellenza ha fatto un’annata importante, premiata con una vittoria supermeritata, il Borgo: mister Rastelli ha passione, voglia e conoscenza per fare bene. In Promozione è stato un torneo particolare: la Pontenurese ha perso un vantaggio cospicuo sul Tonnotto, che poi ha compiuto una grande rimonta, anche se ora la dirigenza confluirà nel Colorno e il progetto finirà. Ha fatto bene anche la mia amata Bobbiese, che ha vinto i playoff del girone: spero possano essere ripescati. In Serie D bilancio amaro per le emiliane che sono andate giù, così come sono rimasto stupito dalla retrocessione del Monticelli in Promozione: hanno fatto una serie di sconfitte quando sembravano in una zona tranquilla e alla fine hanno pagato dazio. La Valtarese, la squadra del mio paese, è andata a un passo dall’impresa, peccato… Un nome in particolare, però, lo vorrei fare».

Prego.
«Un plauso speciale va a mister Gianluca Piccinini per quello che ha fatto con l’Agazzanese. Devo dire che ha fatto qualcosa di impensabile, arrivando fino al secondo turno degli spareggi nazionali per salire in D contro il Fossombrone».

La panchina d’oro dei dilettanti la diamo a lui?
«Sì, certamente».

Torniamo alle sue due squadre del cuore. Parma e Pisa sono state avversarie anche nell’ultimo campionato di Serie B: percorsi troppo altalenanti per entrambe. Ma chi ha deluso di più?
«Assolutamente il Pisa. Il Parma nel finale aveva trovato una quadratura che l’hanno portato a giocarsi i playoff. I Crociati hanno buttato un’opportunità importante in semifinale quando vincevano 0-2 a Cagliari. Il Pisa, invece, aveva fatto un inizio molto negativo, poi è tornato D’Angelo che nel mezzo ha fatto buone cose: ma nel finale sono calati. La stagione è finita con un’esclusione dai playoff molto rocambolesca. Dopo la vittoria a Parma nel girone di ritorno, è iniziata una serie negativa senza fine. Ma la Serie B è questa, è un campionato lunghissimo e pieno di sorprese: è possibile che alla fine un solo punto faccia la differenza».

Per la nuova stagione, il Parma parte fra le favorite alla vittoria del campionato cadetto? Quali possono essere le avversarie più temibili dei Crociati?
«Parlare di favorite ora è prematuro. Il mercato è appena cominciato. Il Parma ha un sacco di giocatori con la valigia e tanti altri che devono arrivare: la maggior parte dei giocatori hanno un destino ancora da decidere mentre sono in ritiro. Quindi non mi sento di fare una previsione ora perché ci sono davvero troppe incognite. Mi auguro comunque che Parma e Pisa possano farcela».

L’acquisto di Partipilo può bastare?
«Per vincere il campionato non credo, anche se è un giocatore molto forte. Il Parma farà anche altri movimenti: è tutto l’anno che manca un centravanti. Inglese ho visto che non parte per il ritiro, Vazquez non è rimasto, Charpentier è da valutare… Ma al di là dell’attaccante credo che faranno altre cose interessanti sul mercato».

Ultima domanda. Lei che è nel mondo dei giovani, si è risposto al perché il calcio italiano non sforna più talenti?
«In questo momento sembra che vada di moda non avere cognomi italiani, ma che finiscono con le consonanti (ride, ndr). Per la mia esperienza diretta a Pisa, posso dire che cinque dei miei ragazzi ora sono passati direttamente in prima squadra. ;Ma sono tutti stranieri. Non so perché, ma vedo che lo straniero ha più appeal. Le nazionali sono migliorate tantissimo, ma bisogna avere più coraggio nel far giocare i nostri giovani ai livelli che contano. E qui poi c’è da interrogarsi sui campionati e sulle varie riforme da attuare. Alzare l’età della Primavera non mi trova d’accordo: io, piuttosto, porterei avanti un discorso di seconde squadre. Forse è complicato inserirle in Serie C, ma potrebbe essere interessante fare degli step, creando magari un campionato a parte nel quale gli Under 19 possano confrontarsi con gli adulti».

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