La seconda giornata di udienze nel processo Plusvalenze si è chiusa con un coro unanime da parte degli avvocati difensori di gran parte degli 11 club coinvolti, tra cui il Parma.
Tutti contro il sistema di valutazione del cartellino di un giocatore sviluppato dal sito tedesco Transfermarkt e preso come riferimento dalla Procura federale nel processo in corso. Un sito famoso in tutto il mondo le cui valutazioni si basano sul lavoro di un gruppo di volontari e dello staff interno della redazione, oltre ad aggiornare quotidianamente un database di informazioni, numeri, statistiche e classifiche unico nel panorama calcistico.
A parte Transfermarkt, la Procura si è affidata a cinque parametri per valutare il valore di un giocatore e, di conseguenza, contestare ai club le “famigerate” plusvalenze fittizie: età, carriera, ruolo, storia contrattuale (ingaggi e durata) e storia dei trasferimenti. scritti invece a bilancio dai club.
L’avvocato di Parma e Napoli, Mattia Grassani, ha spiegato al Corriere dello Sport: “È stata introdotta una bizzarra metodologia non riconosciuta da alcun organismo o autorità e fondata su dati asettici riscontrati da un sito come Transfermarkt, che non può essere considerata pratica convenzionale per la valutazione dei calciatori. Aderire a una simile ricostruzione frustrerebbe un principio cardine del diritto come l’autonomia negoziale delle parti e l’essenza del calciomercato”.
I legali della Juventus hanno portato all’attenzione del Tribunale federale un’intervista a Martin Freudl, responsabile della Bunseliga per Transfermarkt al portale olandese Follow the Money: “Passo una parte del mio tempo libero a casa sul mio computer e poi l’industria del calcio prende sul serio queste mie valutazioni — ha spiegato Freudl —. È irreale, io sono un assistente sociale, faccio queste cose per Transfermarkt per divertimento, mentre l’industria del calcio muove milioni”.
Domani, venerdì 15 aprile, è prevista la sentenza da parte del tribunale federale.