Il lunedì è il giorno della seguitissima rubrica "Il Gede risponde". Domande e risposte per analizzare l'ultima giornata del campionato di serie A. un parere esperto come quello di mister Carmignani per addentrarsi nelle logiche del calcio giocato e per approfondire ulteriormente l'andamento del parma, ieri vittorioso contro il Chievo.
Il Parma ha vinto una partita complicata, quanto valgono questi primi tre punti?
“Sì, il Parma ha vinto una partita difficilissima, perché ha rischiato seriamente di perderla. Le vittorie fanno sempre morale e risolvono i problemi. Ma non bisogna fermarsi solo al risultato, perché le difficoltà del secondo tempo sono state evidenti. Meglio i primi 45 minuti, dove i crociati hanno creato superiorità sulle fasce e sono riusciti ad interpretare nel migliore dei modi lo schema che prevede il lancio lungo per la sponda di Pellé; è quello che è successo in occasione del primo gol. Sono tre punti importanti anche in vista della trasferta di domani a Firenze. Senza questa vittoria a Firenze avremmo visto un Parma più teso”.
La doppietta di Giovinco è l’ennesima conferma che il Parma non può fare a meno di lui?
“Giovinco è sempre determinante; peccato per l’espulsione, sono cose che possono capitare. Il giocatore dice di non aver sentito il fischio dell’arbitro, ma non sono molto convinto di questa spiegazione. Comunque, Giovinco ha un gran fiuto del gol e sotto porta è un pericolo costante. E’ stata felice anche la mossa di sostituire Valiani con Biabiany. La velocità del francese, insieme all’estro di Giovinco, può essere un’arma letale”.
Giovinco a parte, il Parma ha creato poche palle gol. A questo punto si presenta il solito problema: una punta o due punte?
“Non so se Colomba sia pronto a cambiare sistema di gioco. Perché giocare con due punte e un trequartista significa rinunciare a un centrocampista. Il 4-4-2 è ben collaudato, prima di cambiare bisogna valutare molte cose. Certo che con due punte di ruolo ci sarebbe più spazio per Crespo. Non voglio dare dei consigli a nessuno, anche perché bisogna capire in che condizioni è Hernan. E poi Giovinco è un’ottima seconda punta, con lui in campo, più Floccari e Pellè (o Crespo) è come giocare con tre attaccanti di ruolo. Un lusso eccessivo che potrebbe causare grossi scompensi alla squadra”.
In testa alla classifica c’è un inedito quartetto composto da Napoli, Juventus, Udinese e Cagliari. Come vede queste quattro squadre?
“Napoli e Udinese sono le due squadre che stanno portando avanti un progetto ben preciso, che giocano a memoria e quindi sono in vantaggio sulle altre. I partenopei stanno maturando una mentalità vincente anche se è presto per fare discorsi da scudetto. E poi non mi esalterei troppo per la vittoria contro un Milan che ha fatto la figura del pollo! I rossoneri, infatti, sono caduti nella trappola del Napoli; con un centrocampo così lento sono stati infilati spesso dal contropiede. E poi, le tante assenze a cui deve far fronte Allegri sono un valido alibi, cioè non toglie che 5 gol subiti in due partite siano troppi. La Juventus ha vinto una partita che non avrebbe dovuto vincere e questo è un segnale importante. Ho visto una squadra organizzata e ordinata, che segue sempre il dettame di Conte. Un tecnico che sa cambiare modulo durante la partita, come ha fatto quando ha sostituito Vucinic con Vidal, passando dal 4-2-4 al 4-3-3. Permettetemi un’ultima considerazione sul Napoli e in particolare su Cavani: è un giocatore straordinario, sempre e comunque. Complimenti anche ad Atalanta e Lecce, hanno vinto grazie al gioco e al carattere, possono fare molta strada”.
La delusione del campionato resta l’Inter. Come giudica il lavoro svolto fin qui da Gasperini?
“E’ un tecnico che ha dimostrato di saper lavorare in certi ambienti, bisogna vedere come gestirà un ambiente di marpioni come quello dell’Inter. Ci sono troppi giocatori che si autogestiscono e questa è un’ulteriore difficoltà nella gestione dello spogliatoio. Certo, un po’ di confusione c’è: prima la difesa a 3, poi a 4 e ora di nuovo a 3. Ma credo che i problemi dell’Inter siano fondamentalmente di natura psicologica. E’ vero che Mourinho ha vinto tutto, ma è anche vero che non ha lasciato nessuna eredità ai suoi successori.
Non sta meglio neanche Reja che è stato pesantemente contestato dai tifosi della Lazio. A Milano e ieri in casa con il Genoa ha retto solo un tempo, il primo, poi si è sciolta e si è fatta rimontare. Idem per il Bologna di Bisoli, che dopo un buon avvio, ha sempre subito l’iniziativa del Lecce. Infine la Roma: a San Siro ha mostrato personalità e una buona mentalità sempre offensiva; decisamente un passo avanti per Luis Enrique”.