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Rugby

Nuova Zelanda chiama Italia, i Maori si promuovono

Nuova Zelanda chiama Italia, i Maori si promuovono

rugby turismo maori rwc2011 2 736910896   rugby turismo maori rwc2011 3 339065973   Il tour promozionale in vista della Coppa del Mondo in Nuova Zelanda del 2011 ha fatto tappa a Parma nel pomeriggio

2011: odissea in Nuova Zelanda. Per perdersi nei paesaggi mozzafiato, nella cultura Maori, negli stadi da rugby in quella che è la terra del rugby per eccellenza e che nel 2011 di questo sport ospiterà la settima edizione della Coppa del Mondo. E da quella terra agli antipodi che parecchio assomiglia al nostro stivale, è partito il tour promozionale del NZ Maori Tourism Council. Un tour che ha coinvolto e che coinvolgerà non solo l’Italia ma anche le altre nazioni rugbystiche europee. Il tour italiano ha avuto quest’oggi come tappa Parma. All’Auditorium dell’Academia Barilla, l’oracolo maori Nuk Korako, project manager Rwc 2011, ha rapito gli astanti (presenti tra gli altri alcuni componenti di Gran, Noceto, Colorno e l’Accademia Fir di Parma al completo) con una solenne, intensa, partecipata enunciazione della storia, dei valori, dei personaggi di cui il popolo maori va fiero. Il tutto aperto con un saluto, danza su sottofondo musicale, di benvenuto (vedi foto) con l’immancabile “Taiaha”, la tipica lancia dei maori utilizzata anche per il saluto di commiato, sempre accompagnato da una musica, colonna sonora che accompagna chi lascia la terra neozelandese. «Filippo, riconosci questa musica!?» chiede Nuk, a mo’ di domanda retorica, a Frati che laggiù c’è stato e lo ha conosciuto.
Più che “portare” la cultura maori, l’incontro, parole dell’oracolo, voleva essere un incontrarsi di due culture (per questo il suo ringraziamento lo ha ripetuto in italiano) per certi versi simili «Entrambe hanno la cultura del cibo, della famiglia ed anche un pezzo di storia in comune». E qui Nuk si sofferma sul periodo della seconda guerra mondiale «In Italia sono morte decine di migliaia di soldati neozelandesi, maori: a Salerno, a Roma, a Firenze e via via verso nord. Sono morti per darvi la libertà: i vostri figli sono un po’ anche i nostri figli». L’obiettivo è non tanto, o non solo, quello di far ammirare gli innumerevoli ed incantevoli angoli neozelandesi, bensì l’entrare in contatto con la realtà maori. Una realtà fatta di valori forti, elencati in un fermo immagine il cui logo non a caso è un mezzo pallone da rugby da cui si estende un tipico disegno maori: valori come la famiglia, il rispetto, l’onestà, il guardare al prossimo ed alla natura, la combattività, la conoscenza.
Il suo avvincente monologo, nel quale ogni tanto infila qualche parola di italiano, viene inframmezzato da video e diapositive in cui appaiono le bellezze naturali ed i personaggi più famosi dei vari campi della cultura maori: dai cantanti, lirici e non, alla ex regina Maori deceduta due anni or sono, alle usanze e peculiarità locali, agli ex All Blacks, tra cui Wayne “Buck” Shelford, grande terza linea degli anni ’80 (48 caps), colui che ha introdotto nella Haka la parte più “guerriera” il “te ihiihi” accompagnato dal gesto del braccio piegato ad angolo retto che spinge in avanti. A proposito di Haka, Korako non ha mancato di sottolineare come sia stato un “segreto rubato” alla popolazione maori, ma lo dice senza astio, anzi «Va bene così, in qualche modo esportano la cultura maori». Haka fatta anche al cimitero di Faenza ove sono sepolti diversi soldati maori deceduti nel secondo conflitto mondiale «Loro hanno combattuto per noi, è stato un modo per dire loro che continuiamo a combattere per un mondo sempre migliore».
Se andate in Nuova Zelanda (Esatour è il tour operator italiano ufficiale) il popolo maori vi accoglierà a braccia aperte… e con il tipico saluto (vedi foto sul furgone). Un popolo che lasciò le isole polinesiane per andare a popolare una nuova terra e che con orgoglio continua a lottare per i propri diritti, per quelle terre, per farsi conoscere sempre di più; orgogliosi di essere Maori.
Un … assaggio della cultura Maori si è avuto in conclusione con la degustazione, per chi c’è riuscito, di un dolce, o pane come lo chiamano laggiù, con la zucca, preparato dal cuoco Matteo, tipico dell’isola meridionale. Per ulteirori informazioni: www.maoritourism.co.nz

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