Il flanker nocetano, alla sua seconda stagione di Pro12, mira a ritagliarsi ulteriore spazio. L'importanza dei "senatori" all'interno della squadra
Filippo Ferrarini è uno che ha scalato in fretta la montagna del rugby. In rapida successione: Under 20, A1, Eccellenza e quindi Celtic League. Poco tempo per acclimatarsi a dovere ma non è mai andato in affanno, anzi. Con la stessa rapidità, forse maggiore, ha cambiato anche capigliature ma ciò che non è mai cambiata è la voglia di crescere. «Un po’ è cambiato anche il mio ruolo» parte sorridendo Ferrarini «nel senso che negli ultimi due anni ho giocato anche numero otto ma quest’anno credo ricoprirò quello che è il mio ruolo ovvero openside flanker. Diciamo che nel corso degli ultimi tre anni mi sono sempre dovuto confrontare con l’aumento di livello e soprattutto di velocità, di ritmo. In Celtic c’è una bella differenza». Le Zebre hanno cominciato con qualche soddisfazione in pre-season ma quello che non sfugge è il diverso approccio alla partita. «Siamo predisposti al gioco offensivo – evidenzia il flanker bianconero – lo testimoniamo le quattro mete con i Saints e il numero maggiore fatte con Aurillac mettendo in mostra un buon gioco. E’ una cosa positiva perché per vincere le partite bisogna essere propositivi e non solo difendersi. L’anno scorso era più il contrario e con certe squadre non puoi limitarti a difendere anche se lo fai abbastanza bene». Dieci presenze e 360 minuti alla sua prima esperienza in Pro12, numeri che il nocetano mira ovviamente ad incrementare con le Zebre: «Sono molto contento di quanto ho giocato, anche in Heineken Cup. Ero speranzoso ma sapevo che sarebbe stata dura. Devo ringraziare tutti, anche i Crociati, per l’opportunità che mi è stata data. Ora è chiaro che mi alleno per migliorare, per fare in modo di conquistarmi uno spazio maggiore e infondere fiducia ai coach». E in squadra non sono solo i coach a dare consigli. «Devo dire che i compagni più esperti stanno molto vicino a noi giovani, ci seguono tanto, come Josh o Quentin che si propongono molto in modo positivo, con alcuni consigli». I genitori sono i suoi primi tifosi e dunque ben felici di poterlo vedere “sotto casa” ma conoscendoli lo sarebbero andati a vedere anche ben più in là «Mio padre l’anno scorso è venuto anche a Edimburgo e a Cardiff. Sono molto contenti, ovviamente». Ma la contentezza per giocare al XXV aprile è forte anche in Filippo «Decisamente. Avendo giocato a Noceto e coi Crociati posso rappresentare il mio territorio a questo livello. Spero che la gente ci venga a vedere e che possa affezionarsi anche a noi». Oltretutto, compirà 22 anni giusto il giorno del debutto casalingo delle Zebre col Connacht: che sia un gran bel compleanno …