Anche Andrea Pisanu, doppio ex di Parma ed Hellas Verona, è intervenuto nel corso della 10ª puntata della 5ª edizione di PARMATALK (clicca qui per vedere), in onda lunedì sui canali web e social di SportParma.com, per commentare la sconfitta dei crociati.

Questa la disamina sulla partita contro gli scaligeri: «Il Verona è venuto a Parma quasi all’ultima spiaggia per quanto riguarda il il destino del suo allenatore e, quindi, sicuramente ha fatto una partita una partita da da dentro fuori. È vero che il Parma con le piccole sta faticando o, meglio, i risultati, soprattutto quelli in casa, non sono come dovrebbero essere per una squadra che deve costruire in casa la sua salvezza. Il fatto che il Parma non sappia adattarsi alle squadre piccole mi ha fatto ragionare perché, per assurdo, tutte le squadre medio-piccole che sono venute a Parma e hanno vinto si sono adattate al Parma. Una squadra piccola si adatta, mette in atto una strategia di gioco cercando di limitare le proprie mancanze ma comunque andando di mettere in risalto le lacune degli altri. E questo mi è sembrato che nel Parma, soprattutto in alcune in alcune partite, si sia evidenziato: i gol presi, oltre alle disattenzioni, sono per duelli persi o spesso in contropiede. Ci dice tanto sull’andamento delle partite: le squadre più chiuse provocano l’errore dell’avversario. Questo trend va cambiato se si vuole uscire dalla zona veramente calda per fare poi un campionato più tranquillo. Altrimenti, questi alti e bassi potrebbero essere pericolosi» così Pisanu.

Il 42enne cagliaritano, che ha iniziato a Malta la carriera da allenatore con Sliena Wanderers e Hibernians (con cui nel dicembre 2022 aveva vinto la Supercoppa), ha commentato l’operato di Fabio Pecchia e, in particolare, la sua “filosofia” di gioco: «Pecchia ha difeso il suo lavoro: il Parma – ha proseguito – ha una fisionomia ben chiara, poi ogni sconfitta ha una storia diversa. Il Parma dentro una partita sa che ci sono tante partite: non si può giocare la stessa partita in continuazione per 90’. Ci sono momenti in cui è giusto volare sulle ali dell’entusiasmo e attaccare con 7 persone e altri momenti in cui bisogna gestire. Il Parma non si può permettere di giocare con 3-4 giocatori sotto tono: è una buonissima squadra, ma con squadre qualitativamente più alta fa fatica. E contro squadre di caratura inferiore deve giocar bene e far punti, ma deve capire i momenti della partita. Su questo magari ci sta ancora lavorando, ma l’idea di gioco di calcio propositivo è chiara: non aspettare l’errore ma cercare di provocarlo, alla lunga, porterà dei punti, se riusciranno a bilanciare queste situazioni».

L’ex esterno gialloblù, che in 105 presenze tra il 2004 e il 2010 aveva collezionato 11 gol e 7 assist, ha parlato anche dell’atteggiamento definito talvolta “spregiudicato” del 4-2-3-1 di Pecchia, che non rinuncia mai alle sue ali. «Dagli esterni ci si aspetta più gol e più assist. Ma non è un problema giocare con 4 attaccanti, se poi in fase di non-possesso si ha un piano di gioco che limiti gli altri. Un allenatore va con le sue idee semplicemente perché crede che quella sia la via migliore per portare dei risultati. Facciamo un esempio: se domenica, paradossalmente, Pecchia all’ultima spiaggia, è normale che continuerebbe a giocare come sta giocando, perché il messaggio che trasmette è forte e gli dà certezze. Altrimenti non sarebbe Pecchia. Ecco perché dico che la squadra ha un’identità forte. Poi, chiaro che le situazioni vanno adattate: può giocare con 4 attaccanti ma anche con 5 se poi dopo la ri-aggressione è talmente feroce che gli altri non riescono a tirare la palla lunga perché uno magari uno dei problemi Potrebbe essere questo si porta tante a riuscire a chiudere la palla» ha così concluso Pisanu.

CLICCA QUI PER VEDERE LA 10ª PUNTATA DI PARMATALK