Il Parma ha pubblicato il bilancio d’esercizio chiuso al 31 dicembre 2020 dal quale emergono pesanti perdite.
Perdite in parte ripianate e in parte garantite dalla solidità economica del presidente Kyle Krause che nei primi mesi di gestione del club crociato ha sborsato la bellezza di 73 milioni di euro.
Una cifra, quest’ultima, fondamentale per alimentare un club che nei primi 4 mesi di gestione americana ha registrato una perdita di esercizio di 22 milioni di euro (i ricavi ammontano a 19 milioni, 13 di questi derivano dai diritti televisivi). La fetta più grossa della spesa è riferita agli stipendi dei dipendenti (152 in tutto) che ammontano a circa 20 milioni complessivi (13,750 milioni sono destinati ai giocatori).
L’intensità del colore rosso aumenta se si aggiungono le spese future (calciomercato) che sono di circa 80 milioni, più il mercato di gennaio 2021 (Man in primis). In prospettiva, dunque, l’esborso del presidente Krause sfiora i 200 milioni di euro (senza considerare i costi per l’eventuale ristrutturazione dello stadio Tardini che sarebbero intorno ai 70-80 milioni). Cifra monstre che da un lato conferma la passione, l’altruismo e la solidità del patron americano, ma dall’altro pongono seri interrogativi sul raggiungimento dei risultati sportivi, considerando l’imminente retrocessione in serie B e il conseguente brusco calo degli introiti derivanti dai diritti tv, in parte ammortizzati dal paracadute destinato alle squadre retrocesse che, nel caso del Parma, ammonta a 25 milioni.
Una valanga di numeri, appesantiti dalla pandemia in corso, che tuttavia confermano l’evidente insostenibilità del calcio parmigiano, italiano e europeo (pur con le dovute eccezioni). Temi che sono tornati d’attualità dopo il terremoto della Superlega (leggi qui); problematiche irrisolte, da troppo tempo, figlie di una “miopia” diffusa che ha imbruttito il gioco più bello del mondo.
GLI ACQUISTI DEL CALCIOMERCATO ESTIVO
Busi 6,9 mln
Cyprien 6.7 mln
Mihaila 9,1 mln
Osorio 4,1 mln
Sohm 6,4 mln
Valenti 10,5 mln