Tra le poche note stonate della stagione del Parma c’è sicuramente Alessio Da Cruz (21 anni). L’attaccante originario di Capo Verde ma con passaporto olandese, sta vivendo un periodo difficile, a livello personale, familiare e sportivo. L’ultima apparizione in prima squadra risale al 7 ottobre scorso, 23 minuti nella vittoria per 3-1 in casa del Genoa. L’ultima convocazione è datata 10 novembre (Torino-Parma 1-2). In tutto 4 presenze tra campionato e Coppa Italia, 171 minuti in tutto. Pochi, troppo pochi per un ragazzo cresciuto nelle giovanili dell’Ajax prima e Twente dopo, che lo scorso anno il Parma prelevò dal Novara per la “modica” cifra di 2,3 milioni di euro, “scippandolo” ad alcuni grandi club europei, tra cui l’Arsenal. E facendogli firmare un contratto fino al giugno 2022.
Un investimento importante per una squadra di serie B che purtroppo fino ad oggi non ha dato grandi risultati. Il potenziale è enorme, lo si vede anche in allenamento, ma per ora la scintilla non è scoccata, anche a causa del carattere difficile del giocatore, che in alcune circostanze ha costretto mister D’Aversa a usare il pugno duro.
Da Cruz è un patrimonio del Parma e l’investimento, il più alto del dal 2015 ad oggi, va tutelato in tutti i modi. In estate il giocatore fu ad un passo dallo Spezia (cessione in prestito), ma l’accordo saltò l’ultimo giorno di mercato perché le due società non fecero in tempo a depositare il contratto. Ora, con la riapertura del mercato invernale, il nome di Da Cruz tornerà d’attualità: stando ad alcune indiscrezioni, infatti, il giocatore gradirebbe un ritorno in Olanda. Sei mesi per rigenerarsi e risolvere i propri problemi, anche se in Italia (serie B) i corteggiamenti non mancano.