Oggi è il giorno della partenza del Parma verso Valles, sede altoatesina della seconda parte del ritiro pre stagionale dei capitani Estévez, Delprato e soci.
Allenarsi in altura, dove l’aria è più pura e fresca, lontano dalla comodità della città, con lo scopo di coltivare i rapporti di un gruppo nuovo è l’aspetto caratterizzante e più “romantico” dell’inizio stagione di ogni squadra. Dopo aver svolto due settimane piene di allenamento a Collecchio, il gruppo di mister Pecchia continuerà a prepararsi in val Pusteria fino all’1 agosto. Quattro ore di viaggio in pullman prima dell’arrivo, previsto in serata, dei Crociati, che da domani prenderanno pieno possesso della struttura del centro sportivo di Valles: un campo regolamentare, uno più piccolo (60×60 metri) destinato ai portieri e alla parte fisica, oltre a tre saloni adibiti a magazzino, palestra e fisioterapia.
Il 23 luglio riporta alla memoria anche un piacevole amarcord in casa Parma. Correva l’anno 2008 e, all’interno di un ritiro estivo esclusivamente home made dopo la prima retrocessione dalla Serie A alla Serie B, i Boys 1977 avevano chiesto e ottenuto dalla società di organizzare le partite pre-campionato sulle montagne e sulle colline parmensi in un’operazione-simpatia volta a fortificare e promuovere il legame squadra-territorio. Lo stesso giorno di 15 anni fa si disputava l’amichevole, contro la Valtarese di mister Alberto “Tino” Setti, a Borgo val di Taro, il più grande paese della nostra montagna.
Una meta vicina e stimolante (a 411 metri sul livello del mare), facilmente raggiungibile anche con l’autostrada, ideale punto d’incontro per cementare il rapporto fra i tifosi di una vasta provincia con la squadra, allora allenata da Luigi Cagni. La partita amichevole del “Bozzia”, benché poco partecipata da parte del tifo organizzato a causa dell’orario (le 17.30 di un giorno feriale, ndr), era stata l’occasione per portare, finalmente, il Parma Calcio sulle alte valli e per farlo apprezzare da vicino a sostenitori e appassionati, più o meno giovani. Fra questi, in veste di spettatore speciale, anche il mister borgotarese Eugenio Bersellini, conosciuto in tutta Italia come “Il Sergente di ferro”.
Un’atmosfera d’altri tempi che non si concilia più con il calcio di oggi, figlio di tournée internazionali e amichevoli in pay-per-view.