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Nuovo Inizio e Lizhang: è muro contro muro

Nuovo Inizio e Lizhang: è muro contro muro

La battaglia legale tra Nuovo Inizio e Jiang Lizhang si prospetta lunga e complicata. Una contesa che spazia dall’inadempienza dell’imprenditore cinese alle forti divergenze gestionali ed economiche dell’estate appena trascorsa. Un aspetto, quest’ultimo, che spiega la brusca rottura del matrimonio italo-cinese e che nei prossimi mesi animerà lo scontro legale tra le due parti, con la speranza che gli aspetti sportivi non vengano minimamente intaccati da questa storia.

Lo scontro tra i soci è finalizzato ad ottenere un consistente rimborso danni. Nuovo Inizio ha già avanzato la propria richiesta alla Camera Arbitrale Internazionale di Milano (il meccanismo più idoneo a livello internazionale per la risoluzione delle controversie commerciali), Lizhang lo farà nei prossimi giorni, come hanno confermato alla nostra redazione alcune fonti molto vicine all’ex presidente crociato.
Hope Groupe non ha intenzione di emettere altri comunicati stampa dopo quello di domenica scorsa pubblicato in anteprima da Sportparma.com (e poi pubblicato in larga parte senza citazione, ad esclusione di Repubblica.it e Stadiotardini.it, da tutti gli altri organi di informazione) e Lizhang resterà in silenzio fino al giorno dell’eventuale sentenza.

Una storia contorta ma con certezze che paiono indiscutibili come le inadempienze economiche da parte dell’imprenditore cinese che hanno generato gravi problemi gestionali al Parma Calcio e indotto Nuovo Inizio a riprendersi la maggioranza del club (60%). Problemi che si sono ripercossi anche sul calciomercato dove il budget è stato ingrossato grazie al corposo apporto dei 7 soci parmigiani che hanno messo mano al portafogli per rinforzare la squadra con gli acquisti degli ultimi due giorni di mercato. Investimenti ritenuti necessari e fondamentali per inseguire la salvezza e preservare la serie A; e proprio questi investimenti, giudicati non sostenibili da Lizhang, sarebbero alla base delle prime frizioni. Secondo l’ex socio di maggioranza infatti, si sarebbe creato un forte debito da ripianare con consistenti e frequenti immissioni di denaro da parte dei soci. Uno schema diverso dal modus operandi di Lizhang e che però è consuetudine del calcio italiano, in particolare di provincia. Per vincere si va in perdita. Parte del debito che venne generato nell’era Ghirardi, pre-fallimentare, era certamente dovuto ad investimenti non giustificati sui cartellini. Giocatori di valore, ma economicamente non vantaggiosi per la società.
Sarebbe questo, affermano fonti vicine a Hope Group, il motivo principale che ha portato alla scontro, fermo restando che le inadempienze di Lizhang restano tali e negli ultimi due mesi hanno prodotto grossi problemi gestionali, compresi i pagamenti degli stipendi, risolti solo grazie al tempestivo intervento di Pizzarotti e soci. Per sostenere le proprie tesi, il socio di maggioranza avrebbe dovuto prima versare il dovuto e poi, eventualmente, iniziare la lite con i soci.
Tant’è che la domanda e il dubbio che circola nella mente di molti tifosi e addetti ai lavori è sempre uno: perché Lizhang ha sborsato oltre 15 milioni in 11 mesi e poi ha chiuso i rubinetti? C’è da dire che quei soldi sono stati fondamentali per la scalata dalla serie C alla A, ma poi il fondatore del colosso Desports, società quotata alla borsa di Shangai e con un fatturato milionario, ha smesso di pagare, generando uno scontro che riporta la mente all’era Bondi-Angiolini e agli assalti falliti dello spagnolo Lorenzo Sanz che gli costarono la bellezza di 7,5 milioni, la famigerata caparra confirmatoria versata e poi perduta.

Paragoni a parte, questa è una storia contorta e a tratti anche paradossale: alti e bassi, proclami e festeggiamenti, scontri e rinunce, accuse e contro accuse, silenzi assordanti e soldi mancanti, dispetti e comunicati stampa.
Oltre alle questioni legali di cui ovviamente si occuperà la giustizia ordinaria, restano irrisolti altri quesiti, su tutti la “scomparsa” di Hernan Crespo, colui che ha messo in contatto l’imprenditore cinese con Marco Ferrari e la proprietà parmigiana, che a sua volta ha ora ripreso la ricerca di un socio di maggioranza con ingenti disponibilità economiche per riportare in alto il Parma e scrivere nuove pagine di storia. Sebbene il rischio sia quello di ritrovarsi, tra qualche anno, in una situazione simile con altri “stranieri” che potrebbero essere più interessati a questioni meramente finanziarie a discapito dei successi della squadra della nostra città. Non sarebbe meglio una soluzione 100% made in Parma, piuttosto che tornare ciclicamente a salvataggi e rinascite?

Quesiti che per il momento resteranno senza risposta, perché ad oggi l’unica certezza è che il tema “Parma Calcio” dovrà tornare nell’aula di un tribunale per risolvere la controversia tra Nuovo Inizio e Lizhang il quale non molla la presa e, contro ogni previsione, spera di tornare ad essere l’azionista di maggioranza; per fare questo verrà quindi accolta la richiesta di ricapitalizzazione avanzata da Nuovo Inizio e che dovrebbe avvenire entro pochi giorni. Il recente acquisto del Tondela, club di serie A portoghese, sembra un messaggio chiaro ai vecchi soci e amici parmigiani. I soldi cinesi ci sono. Bene, e allora perché si è arrivati a questo punto?

(Antonio Boellis – Francesco Lia)

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