Storie simili quelle di Roberto D’Aversa (43 anni) e Marco Giampaolo (52 anni). Figli di immigrati, il primo è nato a Stoccarda e il secondo a Bellinzona, poi il ritorno in Italia, nell’amato Abruzzo, terra d’origine delle rispettive famiglie. Sogni e fame di calcio: D’Aversa arriva fino alla serie A, Giampaolo si ferma in B, dopo una lunga gavetta in C. Storie diverse e simili allo stesso tempo, perché una volta appese le scarpe al chiodo (D’Aversa nel 2013, Giampaolo nel 1997) hanno indossato le vesti di allenatore e, guarda caso, sono partiti sempre dall’Abruzzo: D’Aversa alla guida del Lanciano e Giampaolo sulla panchina del Pescara. Storie di successi, di un calcio studiato e meticoloso, tra alti e bassi, e pagine indelebili come quelle di D’Aversa a Parma (dalla C alla A). Storie che si intrecciano tra loro ma che mantengono intatte le filosofie dei due tecnici: il 4-3-1-2 tutto corsa e tecnica di Giampaolo e il 4-3-3 di D’Aversa fondato sulle ripartenze. La classifica dice che i blucerchiati sono tagliati fuori dai giochi europei, mentre ai gialloblù manca solo la matematica certezza per festeggiare anzitempo la salvezza. Quella di domenica al Tardini, dunque, potrebbe essere una giornata di festa, non solo sugli spalti, ma anche in campo, sebbene tra le due squadre ci sia una differenza tecnica che non deve essere dimenticata e che rischia di fare la differenza, soprattutto se il Parma continuerà ad essere in emergenza (infortuni).
E poi – infine – c’è il futuro: entrambi sono molto chiacchierati, radiomercato fa spesso i loro nomi, anche se D’Aversa e Giampaolo non sono in scadenza di contratto.
(Foto di Lorenzo Cattani)